Schio: disabilità sociale e successo 2023

10a edizione DISABILITA’ SOCIALE E SUCCESSO 2023 mercoledì 15 marzo dalle ore 9 presso il Meeting Box/Faber Box via Tito Livio 25 – Schio ingresso 25 – piano terra mattinata di incontro e spettacolo dedicata agli studenti degli Istituti:
IPS Garbin, ITET Pasini, Liceo Martini e ITIS De Pretto, per riflettere su attualità, società e resilienza con la partecipazione della compagnia Stabile Assai di Rebibbia e l’Associazione Brain odv
Per il suo 10 anniversario “Disabilità Sociale e Successo”
l’iniziativa del Comitato provinciale AICS di Vicenza, l’Associazione Italiana Cultura e Sport che è stata riproposta anche nelle altre province venete di Rovigo, Padova e Belluno, quest’anno sconfina nel Friuli Venezia Giulia e farà tappa anche a Udine.
La tappa vicentina, prevista per la mattinata di mercoledì 15 marzo dalle ore 9 nella meeting room del Faber Box messo a disposizione dal Comune di Schio e dall’Assessore alle Politiche Giovanili e Cultura Barbara Corzato, vedrà la partecipazione di alcune classi del triennio degli istituti scledensi Itis De Pretto, Itet Pasini, del Liceo Martini e dell’Ips Garbin coordinati proprio dal dirigente di quest’ultimo Alessandro Strazzulla, che ha voluto proporre questa bella esperienza vissuta dai suoi studenti l’anno scorso.
L’iniziativa a scopo sociale “DISABILITÀ SOCIALE E SUCCESSO” è un’occasione per trattare con i ragazzi i temi di attualità e riflettere con loro su violenza di genere, disabilità sociale ma soprattutto resilienza, prospettive e scelte di vita. Come si trova la forza di rialzarsi dopo un errore o una tragedia in una società come quella attuale?
Cos’è la normalità? Siamo tutti forse socialmente normali? Disabilità Sociale e Successo a partire da un titolo “atipico”, racconta come si superano i problemi, come la vita possa cambiare da un momento all’altro, come anche gli errori più gravi possano essere vissuti per aprire nuove strade e come la legalità sia alla base di una società di convivenza e rispetto.
Non si vuole intendere la parola disabilità in maniera convenzionale,
si vuole riferirla a qualsiasi limitazione della capacità di agire e interagire a livello sociale, perciò parliamo di disabilità sociali. Un forum a mente aperta, nato 10 anni fa, proposto e realizzato dalla progettista e consulente organizzativa Monya Meneghini.
Negli anni il progetto ha avuto la collaborazione del Ufficio Scolastico Territoriale di Vicenza, del Comune di Vicenza e di Vicenza Press, l’associazione di volontariato degli operatori della comunicazione con la partecipazione di tantissimi studenti di vari istituti superiori della provincia.

La mattinata inizierà con i saluti istituzionali e l’accoglienza al pubblico. L’occasione al dialogo aperto tra e con gli studenti sarà offerto dallo spettacolo “Parole Incatenate” della Compagnia Stabile Assai del Carcere di Rebibbia, che grazie ai testi e alla regia di Antonio Turco tocca vari aspetti della violenza, degli ambienti di vita che portano a scelte difficili, seguiranno poi le testimonianze dell’Associazione Brain odv che si occupa di cerebrolesioni acquisite a causa di incidenti stradali, domestici e lavorativi, un altro grande tema fin troppo attuale.
“Teniamo tantissimo a questo appuntamento annuale, questa iniziativa è cominciata proprio a Vicenza dieci anni fa proponendo un punto di vista diverso per dialogare con i ragazzi. – Spiega Elio Rigotto di AICS Vicenza – Aics da anni si occupa di creare occasioni ed eventi per affrontare importanti tematiche sociali. “Disabilità Sociale e Successo” si articola in un breve tour che nel tempo è diventato veneto e che quest’anno arriverà nel Friuli.”
“L’esperienza fatta l’anno scorso ha colpito molto i nostri studenti così ho ritenuto importante proporre la partecipazione anche a classi degli altri istituti di Schio. – racconta il Dirigente Alessandro Strazzulla dell’IPS Garbin –
Il Comune di Schio e l’Assessore Barbara Corzato
che l’anno scorso hanno condiviso con noi questa significativa riflessione hanno subito accettato di essere ancora parte del progetto. Il nostro istituto è sempre stato sensibile ai temi sociali. E’ fondamentale coinvolgere e far riflettere i ragazzi, molte sono state le iniziative che abbiamo realizzato anche sulla violenza di genere, per far dialogare gli studenti con testimoni, professionisti, rappresentanti di associazioni ed enti che si occupano di tema di attualità.
Credo che questa mattinata contribuirà a offrire ai ragazzi una maggiore consapevolezza e sensibilità sulle loro possibilità di superare gli ostacoli della vita” .
«Abbiamo subito accettato di continuare la collaborazione iniziata l’anno scorso. Quest’anno abbiamo offerto gli spazi del Faber Box per ospitare classi di vari istituti del territorio, sperando che poi siano portavoce anche per i compagni – afferma l’assessore alla cultura, Barbara Corzato -. Quest’anno, questa particolare data, ci porterà anche a parlare di disturbi alimentari, problematica fin troppo diffusa tra i giovani, distribuiremo i fiocchetti lilla e promoveremo una riflessione sul tema».
Il programma della mattinata

si sviluppa con la rappresentazione teatrale messa in scena dai detenuti, ex-detenuti ed ergastolani della Compagnia Stabile Assai di Rebibbia, seguita da un intenso momento di dialogo con i ragazzi a fronte delle tante domande e curiosità che inevitabilmente ne nascono.
Allo spettacolo parteciperanno anche quattro studenti dell’Istituto Garbin: Camilla Lombardi, Cristian Ripa, Molka Fessi, Vincenzo Amanfo coordinati dalla Professoressa di Italiano Michela Apolloni e dalla vicepreside Francesca Dal Carobbo.
Musica, teatro e un aperto confronto per completare poi il programma con la testimonianza dei ragazzi di Brain odv coordinati dalla Dott.ssa Ilaria Locati. Testiomials di varie età, vittime di incidenti stradali o banali infortuni – un attimo che cambia tutto il tuo mondo e la vita intera – parleranno di come hanno ripreso lentamente in mano la propria vita, con fatica e dedizione, ricominciando da zero e riscoprendo valori e punti di riferimento.
Alcuni di loro sono ospitati presso la struttura LA ROCCA ad Altavilla Vicentina – unica nel Veneto – realizzata dall’associazione Brain per assistere le vittime di cerebro-lesioni dopo il ricovero ospedaliero.
“Da 30 anni assistiamo e accompagniamo sulla strada del recupero dell’autonomia quanti hanno subito traumi cranici, emorragie e anossie cerebrali – spiega la presidente di Brain, Edda Sgarabottolo -. Ma ci occupiamo anche di prevenzione, dialogando con gli studenti delle scuole per sensibilizzare, smentire i pregiudizi e consentire agli assistiti di avere un ruolo attivo, fortemente motivante, come promotori di messaggi positivi”.
DISABILITA’ SOCIALE E SUCCESSO: SPETTACOLO E TESTIMONIALS
| PAROLE INCATENATE | Spettacolo scritto e diretto da Antonio Turco
Occhi che esprimono consenso o riprovazione, la negatività di certi gesti che la scaramanzia condanna, parole che fanno parte di uno slang che nasce nei quartieri disagiati e viene assimilato dalle mura dei penitenziari. La cultura carceraria è fatta di tradizioni consolidate che si tramandano da decenni.
E poi esistono le canzoni
che narrano di amori lacerati e di sesso non consumato o di ricordi di momenti intensi mai più vissuti. Infine ci sono le poesie, quelle dedicate alle proprie donne che ancora aspettano o che, invece, hanno scelto di vivere un’esistenza senza più legami.
Carmela, Voce e notte, Tammurriata nera, Passione sono i brani che hanno ispirato i grandi della canzone napoletana e che sono stati cantati nelle celle, nelle docce, nei corridoi, spesso in spazi in cui la voce ha voluto mandare messaggi di nostalgia o disperazione.
Così come Le mantellate, Nun je da retta Roma,Voglio parla’ a te che sei na madre, Vola pensiero mio, Sinno me moro sono le canzoni che Gabriella FerrI ha reso celebre e che ancora oggi fanno parte del repertorio carcerario. Rosa Balestreri, in Sicilia, ha scritto Mi Votu e mi rivotu, inno all’amore impedito dalle mura carcerarie.
Pasolini, Raffaele Viviani, Ignazio Buttitta, Rosa Balestreri, Salvatore Di Giacomo sono i cantori della emarginazione popolare. A questi maestri sarà fatto omaggio con monologhi che narreranno di ” vite violente”, di una Napoli notturna e di una Capitale in cui l’indifferenza produce morte.
Con un ultimo omaggio alla cultura della pizzica tarantolata, la musica che ha portato tante donne in carcere perché in rapporto con il demonio fino al blues dove il demonio è di casa con i brani del più grande bluesman della storia, Robert Johnson, che aveva venduto l’anima a Lucifero per essere il più grande di tutti.
E’ questo uno spettacolo di rimembranze e suggestioni che nascono da storie che diventano leggende.
Gli ARTISTI:
- Giovanni Arcuri, attore di teatro penitenziario, protagonista del film “Cesare deve morire”, vincitore dell’Orso d’oro di Berlino nel 2012
- Angelo Calabria, ex detenuto oggi responsabile di una cooperativa sociale;
- Max Taddeini, ex detenuto attore di teatro penitenziario
- Tamara Boccia, pedagogista direttrice della Comunità per minori “Il Profeta” ;
- Massimiliano Anania, attore di teatro penitenziario ex detenuto con la partecipazione straordinaria di Nicolò Ayroldi e Giorgio Carosi, attori professionisti
I MUSICISTI saranno:
il batterista Lucio Turco, tra i migliori batteristi del jazz italiano, collaboratore di Steve Grossman, Archie Sheepp, SAl Nisticò, Danilo Rea, Massimo Urbani, Stefano Di Battista e molti altri; il fisarmonicista Paolo Petrilli, collaboratore di Gabriella Ferri, autore di colonne sonore di due film di Pupi Avati, allievo di Astor Piazzolla; il bassista Roberto Turco, polistrumentista nel gruppo originario di Rino Gaetano; Enzo Pitta, chitarrista e cantante, collaboratore di Sergio Endrigo.
LA COMPAGNIA STABILE ASSAI DEL CARCERE DI REBIBBIA
La Compagnia Stabile Assai di Rebibbia, il più antico gruppo teatrale operante all’interno del contesto penitenziario italiano, vincitrice di tanti premi e prestigiosi riconoscimenti. Il suo esordio risale a luglio 1982 la sua storia quarantennale ha consentito alla Compagnia, formata da detenuti, ergastolani e da detenuti semiliberi che fruiscono di misure premiali, oltre che da operatori carcerari e da musicisti professionisti, di esibirsi nei maggiori teatri italiani.
E’da evidenziare che la Compagnia si è esibita, unico caso in Italia, nel giugno del 2009, all’interno della Camera dei Deputati alla presenza del Presidente della Camera, del Presidente della Commissione Giustizia del Senato e del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Di particolare rilievo, inoltre, è l’attribuzione della medaglia del Capo dello Stato alla Compagnia per la valenza sociale della sua attività teatrale. Teatri, piazze, scuole e università sono i luoghi che ospitano questo ormai consolidato “TEATRO DI DENUNCIA”.
Come da consuetudine il gruppo si avvale della collaborazione di volontari e di operatori del settore carcerario, professori universitari, educatori e pedagogisti penitenziari, nonché esponenti della polizia penitenziaria primi in Italia a salire sul palco insieme ai detenuti.
BRAIN ODV
L’Associazione Brain Odv da 20 anni assiste ragazzi, uomini e donne che hanno subito traumi cranici, emorragie e anossie cerebrali ed è al fianco dei malati e delle loro famiglie. Ogni progetto di riabilitazione (sia essa fisica o cognitiva) e reinserimento sociale non può esimersi da un lavoro di collaborazione e sensibilizzazione del territorio e della comunità in cui le famiglie vivono.
Nella convinzione che le fasce giovanili siano i primi interlocutori per un dialogo costruttivo intorno al tema del rischio, dal 2006 Brain si occupa anche di prevenzione lavorando con gli studenti delle scuole elementari, medie inferiori e superiori. La principale caratteristica degli interventi è il coinvolgimento diretto e attivo degli studenti. Protagonisti degli incontri insieme agli studenti sono alcune persone che dopo l’incidente hanno dovuto intraprendere un percorso di riabilitazione e che si trovano a dover affrontare una vita nuova, con difficoltà che prima non avevano.
Punto di forza del progetto è quello di rendere le persone con un danno neurologico acquisito promotori attivi di un messaggio di prevenzione ai comportamenti a rischio ed alle conseguenze del trauma cranico rivolto alle fasce giovanili. La scarsa efficacia dei progetti di prevenzione può dipendere talvolta dal basso livello di coinvolgimento dei ragazzi che, in questo progetto sono chiamati a confrontarsi direttamente con le vittime di incidenti attraverso una modalità di confronto diretto e di grande coinvolgimento emotivo, certamente più efficace di raccomandazioni e consigli da parte degli adulti. L’occasione apre dialogo, confronto diretto e dibattito.
Fonte Ufficio stampa Aics Vicenza Studio Me.Mo.