Quando un sistema d’informazione è inaffidabile

Generalmente sono le tecniche di marketing che inducono un editore a varare un nuovo mezzo di informazione.
È del tutto naturale che tale imprenditore scelga il pubblico a cui rivolgersi. A patto, ovviamente, che investa soldi suoi. Diverso è se attinge in toto o in parte a finanziamenti pubblici.
Quando si decide in anticipo di rinunciare a una parte del pubblico potenziale, per raggiungere l’obiettivo di soddisfare una percentuale dell’intero, si sta scegliendo in anticipo quali fatti enfatizzare e quali minimizzare. Si sta anche scegliendo quali storie trattare e quali evitare, in base a considerazioni diverse dalla verità o dall’attualità.
Questo non è giornalismo.
È intrattenimento politico, e quindi inaffidabile sotto il profilo della corretta informazione.
Con gli editori più preoccupati di fidelizzare un pubblico che a fare le cose per bene, la caratteristica distintiva in tutta l’azienda è l’imprecisione.
I mezzi di informazione non dovrebbero avere un “lato“.
La stampa deve essere vista come separata dalla politica, non solo perché questa è una componente cruciale dell’affidabilità, ma anche perché i media traggono tutto il loro potere dalla percezione della loro indipendenza. Se un organo di informazione è visto come troppo collegato all’uno o all’altro partito, perde la sua capacità di fungere da controllo sul potere.
Per i giornalisti – principalmente nei media mainstream – è meno importante essere precisi piuttosto che essere “direzionalmente” corretti. Così si riducono le possibilità di avere le giuste opinioni, e la descrizione oggettiva dei fatti separando nettamente i commenti.
Un buon giornalista dovrebbe sempre vergognarsi di questo errore.
Nello zelo di “ritenere Vladimir Putin responsabile”, sono stati gettati alle ortiche i guardrail etici. Accuse gravi vengono fatte senza chiamare le persone per un commento. I giornalisti diventano troppo intimi con i politici e, di conseguenza, riportano informazioni senza alcuna attribuzione o provenienti da funzionari anonimi o “persone che hanno familiarità con la questione”. Come gli scienziati, i giornalisti dovrebbero essere in grado di riprodurre il lavoro degli altri in laboratorio. Con troppe fonti anonime, questo diventa impossibile.
C’è voluta la gaffe della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha affermato in un video postato sul suo account Twitter (prontamente rimosso, ma prima istantaneamente replicato da molti) come i militari ucraini uccisi dall’inizio dell’operazione russa in Ucraina, il 24 febbraio 2022, siano “oltre 100.000”, mentre i civili morti sarebbero almeno 20.000. Una rivelazione (per errore) che lascia sgomenti.
Eppure i nostri principali media hanno creduto alla propaganda ucraina che dichiarava molte meno perdite (almeno 14/20 mila militari, ma per gli americani sono la metà o meno). Questo non è autentico giornalismo, è propaganda. Stavano vendendo narrativa, e questa era considerata una buona narrativa.
Solo a partire dal 30 novembre 2022 i principali mezzi di informazione riprenderanno le dichiarazioni dal sen fuggite a Ursula von der Leyen.
In precedenza si calcava la mano su alcune centinaia di civili uccisi, compresi decine di bambini; mentre e quasi passato sotto silenzio il vero bilancio delle vittime dei bambini e i milioni di persone che affrontano la fame e le malattie nello Yemen devastato dalla guerra.
«Migliaia di bambini hanno perso la vita,
altre centinaia di migliaia rimangono a rischio di morte per malattie prevenibili o per fame», [ https://www.unicef.org/press-releases/more-11000-children-killed-or-injured-yemen ] ha dichiarato Catherine Russell, Direttore generale dell’UNICEF.
Oltre al pericolo che i bambini di tutto il paese hanno affrontato mentre tentavano di svolgere la vita quotidiana nelle loro case e scuole, quasi 4.000 ragazzi sono stati reclutati come bambini soldato tra marzo 2015 e settembre 2022, ha affermato l’agenzia delle Nazioni Unite. Quasi 100 ragazze hanno anche lavorato ai posti di blocco e in altre posizioni militari.
Gli Stati Uniti hanno sostenuto la coalizione con input strategici, rifornimento in volo e vendite di armi per anni, e come Juan Cole (accademico e commentatore statunitense sul Medio Oriente moderno e l’Asia meridionale) ha scritto su Informed Comment [ https://www.juancole.com/2022/12/killed-wounded-backed.html ], il sostegno cruciale è continuato anche dopo che il presidente Joe Biden ha annunciato che gli [ https://apnews.com/article/biden-end-support-saudi-offenseive-yemen-b68f58493dbfc530b9fcfdb80a13098f ] Stati Uniti stavano ufficialmente terminando il loro sostegno.
Circa 2,2 milioni di giovani yemeniti
soffrono di malnutrizione acuta, ha dichiarato l’UNICEF, e un quarto di questi bambini ha meno di cinque anni. Con 10 milioni di bambini che non hanno accesso all’assistenza sanitaria poiché le cliniche sanitarie sono state costrette a chiudere, la maggior parte dei bambini del paese è ora a rischio estremo di morbillo e altre malattie prevenibili con vaccino, così come il colera.
Sempre Juan Cole ha osservato che il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite ha stimato un bilancio di vittime molto più alto tra i bambini nello Yemen più di un anno fa, affermando che entro la fine del 2021, 377.000 yemeniti dovrebbero essere morti a causa della guerra, sia per attacchi aerei, fame, pericoli associati allo sfollamento o malattie. Si stima che il settanta per cento delle vittime fossero bambini, ha detto l’UNDP (United Nations Development Programme) all’epoca.
Ottenere le giuste informazioni è già abbastanza difficile. Nel momento in cui si prova a fare qualcos’altro in questo lavoro, il meccanismo s’inceppa. Fino a quando editori e giornalisti non torneranno alle basi del loro lavoro, non meritano di essere rinomati.