Economia

Apindustria Confimi Vicenza: energia e cambiamento climatico

ENERGIA E CAMBIAMENTO CLIMATICO: QUALI SCENARI PER LE AZIENDE ITALIANE?

È questo il tema dell’incontro organizzato da Apindustria Confimi Vicenza per venerdì 6 maggio nell’ambito del Festival Città Impresa

La sfida del cambiamento climatico e la necessità di avviare una transizione energetica orientata alla riduzione delle emissioni, fino all’ambizioso obiettivo della carbon neutrality entro il 2050, rappresenta uno scenario destinato a incidere in modo significativo anche sui processi produttivi, sugli equilibri finanziari e sulla competitività delle imprese. Come affrontare questo cambiamento nel modo più efficace e come sostenerle le imprese, in particolare le PMI, in questa transizione?

Su questo tema strategico Apindustria Confimi Vicenza propone a tutti gli imprenditori, ma anche ai rappresentanti delle istituzioni e ai consulenti a vario titolo coinvolti, un momento di confronto, venerdì 6 maggio alle 18.00, nell’ambito del Festival Città Impresa.

L’incontro vedrà la partecipazione di Mariano Rigotto, presidente di Apindustria Confimi Vicenza; Raimondo Riu, presidente del consorzio PMI Energia Veneto; Elisabetta Mainetti, vicepresidente di Federmanager Vicenza.

Relatore principale dell’incontro sarà invece Daniele Pernigotti, Amministratore di Aequilibria, società di consulenza specializzata nell’ambito del carbon management.

«I nostri imprenditori sono pronti ad affrontare anche la sfida della transizione energetica e in generale della riduzione delle emissioni – sottolinea Mariano Rigotto -, ma devono essere accompagnati e sostenuti in questo progetto, anche per orientarsi: devono poter comprendere qual è la soluzione più adatta per la propria azienda e in questo è importante il suolo dell’Associazione, con iniziative di informazione e approfondimento come quella che abbiamo organizzato nell’ambito del Festival».

A maggior ragione se si considera l’orizzonte temporale di riferimento: «La transizione energetica richiede una pianificazione di almeno 4-5 anni – prosegue il presidente di Apindustria Confimi Vicenza -. Avere una strategia è l’attitudine naturale di ogni buon imprenditore, ma certo questo non è il momento più semplice per lanciare progetti di ampio respiro, perché dopo due anni di pandemia ora soffriamo come noto i fortissimi rincari dell’energia, oltre che delle materie prime, per effetto della guerra ma anche di evidenti speculazioni».

In questo scenario, fondamentale può essere dunque il sostegno delle Istituzioni: «I finanziamenti ci sarebbero anche, ma generalmente hanno “tagli” troppo grandi per le piccole e medie imprese: sono riservati a investimenti di milioni di euro, ma il 97,5% delle aziende italiane ha meno di 50 dipendenti. Occorre tenerne conto – sottolinea Rigotto -, creando un’offerta di finanziamenti anche per progetti più limitati, da 50-100 mila euro. E poi, torniamo a ribadirlo, è inutile parlare di transizione energetica se le aziende, una volta completato l’impianto fotovoltaico sulla propria sede, devono attendere mesi per un timbro: la burocrazia sta soffocando anche questo processo, occorre semplificare e farlo per davvero, non a parole».

Ma questi sforzi si tradurranno poi in un reale rafforzamento della competitvità? Daniele Pernigotti ne è convinto, per almeno due buone ragioni: «Innanzitutto in misura sempre maggiore sarà la richiesta spontanea dei clienti, consumatori ma anche clienti BtoB, a orientarsi verso prodotti e soluzioni a basso impatto ambientale e questo si trasformerà automaticamente in una leva di competitività per le aziende più virtuose, che per prime hanno intrapreso questo percorso. Parallelamente, sono già in fase di sviluppo una serie di normative a livello comunitario che risulteranno di fatto penalizzanti, un vero e proprio freno, per i produttori che non seguono questo orientamento, in particolare per quelli provenienti dai paesi in via di sviluppo con normative meno rigorose».

Sicuramente, dunque, la transizione che sta iniziando rappresenta un’opportunità per le imprese, ma anche un percorso obbligato: «È un tema di consapevolezza – conclude Pernigotti -: il mondo sta cambiando e cambierà ancora di più in futuro. Dobbiamo renderci conto che o cambiamo per adattarci, o restiamo statici e perdiamo questa opportunità. Sicuramente stiamo andando verso una realtà sempre più complessa, che deve essere letta e interpretata, ma non c’è futuro per le aziende che rinunciano in partenza a intraprendere questa strada».

Mariano Rigotto, Raimondo Riu, PMI Energia Veneto; Elisabetta Mainetti

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