Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, commenta l’evoluzione della crisi della Banca Popolare di Bari: “Troppe stranezze. Questo istituto ha avuto un trattamento ben diverso da quello riservato alle banche venete…”
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Venezia – Di stranezze sul caso della Banca Popolare di Bari ce ne sono fin troppe: sebbene fosse noto, e da ben prima che scoppiasse il bubbone delle banche venete, che questo istituto di credito non godesse di buona salute essa non fu investita dallo tsunami che travolse la realtà veneta e per quanto rientrasse tra le popolari che avrebbero dovuto essere quotate in borsa fu esonerata dall’obbligo della legge 33 del 2015. Ci sono poi altri indizi inquietanti: pensiamo anche a come la vigilanza di Bankitalia avesse già individuato, almeno un anno prima delle banche venete, la situazione di grave squilibrio dei conti e l’esposizione eccessiva su crediti deteriorati, nessuno dette corso ai provvedimenti necessari. Insomma: due pesi e due misure e comportamenti completamente diversi rispetto a quanto accaduto in Veneto.
La mia speranza è che veramente vengano tutelati i risparmiatori e i correntisti dell’istituto, ora commissariato da Bankitalia. Gli uni e gli altri, le famiglie i piccoli imprenditori, non hanno colpa della cattiva gestione degli amministratori e di chi è stato di manica larga verso soggetti o imprese alla fine insolventi: ciò che è inquietante è che sin dall’inizio della crisi del credito popolare, questa banca abbia goduto di singolari protezioni e agevolazioni negate ad altri. Di certo, la vicenda delle Popolari nel suo complesso è una cartina al tornasole della rete di potere delle élite e della loro capacità di sfuggire all’esame della Giustizia.
C’è infine un particolare che colpisce, e sul quale si potrebbe riflettere a proposito di entrature e amici degli amici: nel Consiglio di amministrazione della Popolare di Bari, sin dal 2011, troviamo il professor Gianfranco Viesti, che negli ultimi anni si è distinto pubblicando invettive e filippiche contro il processo autonomista di Veneto e Lombardia. E’ l’autore di testi emblematici quali “Vero la secessione dei Ricchi”? o “Il sud vive sulle spalle dell’Italia che produce? Falso”.
Nel 1997-98 ha fatto parte del consiglio degli esperti economici del presidente del Consiglio Romano Prodi, dal maggio 2002 al giugno 2007 è stato consigliere reggente della sede della Banca d’Italia di Bari. Dal maggio 2007 all’aprile 2010 ha fatto parte del consiglio di amministrazione della Cassa Depositi e Prestiti e, come già, detto dal 2011 in poi è stato membro del Cda della Popolare di Bari. Curriculum niente male: chissà perché in tutti questi anni non s’è accorto dello sfacelo che stava travolgendo la più importante banca del Mezzogiorno…
Roberto Ciambetti – Presidente del Consiglio regionale del Veneto