Mercato del lavoro ancora in flessione

Vicenza – Mercato del lavoro ancora in flessione, nel vicentino. L’economia infatti è in frenata e non si prevedono inversioni di tendenza in tempi brevi. Sono considerazioni di Marina Bergamin, responsabile per il mercato del lavoro di Cgil Vicenza, che analizza anche gli ultimi dati diffusi in proposito da Veneto Lavoro. A Vicenza il saldo tra assunzioni e cessazioni è positivo nel terzo trimestre, ma è negativo su base annua. La cassa integrazione è in ripresa e sono ancora troppi i contratti a termine e i part-time involontari.
“Ci troviamo di fronte – sottolinea la sindacalista – a un rallentamento che si protrae ormai da diversi trimestri, e il 2020 si presenta come un altro anno difficile. L’economia mondiale, anche per il 2019, si conferma in frenata e gli indicatori congiunturali non sembrano presagire un’inversione di tendenza in tempi brevi. Guerra tariffaria, Brexit, rallentamento delle economie asiatiche, rallentamento del settore automobilistico tedesco, debolezza europea, tutti questi sono fattori che hanno inevitabili ricadute in un paese (l’Italia) e in un territorio (il Veneto e Vicenza) fortemente manifatturieri e vocati all’export”.
Mercato del lavoro a Vicenza
A Vicenza il saldo del terzo trimestre risulta positivo per 525 unità (ma era nega8vo di 2.345 unità nel 2° trimestre). Territorialmente, su base annua, la flessione percentuale più marcata del saldo occupazionale interessa le province di Vicenza (-62%) e Verona (-51%). Rispetto all’uguale periodo del 2018, a Vicenza, sia le assunzioni che le cessazioni sono in calo, rispettivamente dell’11% e del 6,1%.
Tipologie contrattuali: rispetto al trimestre precedente, le tipologie contrattuali di assunzione sono sostanzialmente stabili: il 73,6% dei contratti attivati è a tempo determinato o in somministrazione (73% nel trimestre precedente). Il 19% è a tempo indeterminato, il 7% è apprendistato. Le assunzioni con contratto a part time -spesso involontario- continuano ad essere molte (30,7%) e interessano in modo rilevante le donne (68%).
Le cessazioni sono inevitabilmente legate in alta percentuale (59,5%) al raggiungimento del termine dei contratti; il 27% a dimissioni; il 6% a licenziamenti individuali e collettivi. Stabili i contratti a chiamata, il lavoro parasubordinato, i tirocini e il lavoro domestico.
Lo stock dei disoccupati vicentini immediatamente disponibili al lavoro al 30.9.19 era di 53.700 persone (dati dei CPI, non del tutto ‘puliti’), di cui 23.900 uomini e 29.800 donne, 14.000 stranieri. Si tratta per lo più di adulti (53%) e disoccupati, ovvero di chi ha perso il lavoro e lo sta cercando. Gli ‘inoccupati’ (ovvero coloro che per la prima volta cercano impiego) sono 8.800.
La Cassa integrazione guadagni rialza la testa tra ottobre e novembre. Siamo comunque sotto il numero di ore del medesimo periodo del 2018: 3.741.592 ore quest’anno, rispetto ai 4.409.932 del 2018. Urge che la piattaforma di Cgil, Cisl e Uil, per la tenuta di economia e lavoro, sia messa in agenda dal Governo e anche dalle associazioni datoriali: una nuova politica industriale che abbia ben a mente Impresa 4.0; investimenti in innovazione, ricerca, sviluppo; riduzione del costo del lavoro e della pressione fiscale sul lavoro non possono più aspettare.