Lettere e Opinioni

Elezioni? In democrazia c’è anche il sorteggio

Vicenza – Non può esistere solo la preoccupazione per i conti pubblici se ormai anche i sondaggi individuano nella rabbia crescente di milioni di persone il vero elemento di rottura della coesione sociale in Italia. In Europa poi non ci sono solo le proteste dei gilet gialli. In Germania l’Afd mette il cappello sul malcontento popolare e lo convoglia contro i migranti. In Belgio e in Olanda prevalgono i temi sociali. In Gran Bretagna e Italia quelli contro l’Ue. 

Insomma, è il sistema della democrazia rappresentativa integrale che la gente non sopporta più. Il consenso è un processo più complesso di un’accettazione di segni di persuasione. Per questo è in declino il consenso ai partiti di massa. Lo si constata nelle recenti elezioni regionali della primavera del 2019 in Abruzzo, Sardegna e Basilicata, dove il potere, impostando l’informazione sulle percentuali di voto, lascia credere al lettore meno attento che si sia recato alle urne il 100% degli elettori, invece le cose stanno realmente così:

  • In Abruzzo ha votato il 53,1% degli abruzzesi, e gli elettori, che sempre più diminuiscono, hanno dato il consenso a: Lega 14,6% – Forza Italia 4,8% – Fratelli d’Italia 3,5% – M5stelle 10,5% – PD 5,9%.
  • In Basilicata ha votato il 53,6% dei lucani. Come sopra le percentuali ottenute dai vari partiti sono: Lega 10,1% – Forza Italia 4,9% – Fratelli d’Italia 3,2% – M5Stelle 10,9% – PD 4,3%.
  • In Sardegna ha votato il 53,7% dei sardi, quindi gli astenuti sono stati il 46,3%. A questo punto come sopra i dati ottenuti dai vari partiti scendono come segue: Lega 6,0% – Forza Italia 4,3% – Fratelli d’Italia 2,5% – M5Stelle 5,2% – PD 7,2%

Per superare l’attuale allontanamento popolare nei confronti della partitocrazia noi abbiamo scritto più volte sui vantaggi del Sorteggio dei pubblici amministratori

Nel nostro scrivere per informare correttamente non siamo nemmeno originali, considerato che nella scorsa legislatura (la XVII) alla Camera dei Deputati, il 10 novembre 2015, per iniziativa dei deputati Marcon, Zanin, Sberna, Scotto, Melilla, Airaudo, Duranti, Costantino e Paglia, fu depositata la Proposta di Legge n. 3416:Disposizioni per l’attribuzione di incarichi pubblici mediante sorteggio”. In questo documento ufficiale si può tra l’altro leggere:

«L’introduzione del metodo del sorteggio per la scelta di cariche e di funzioni pubbliche deriva dalla necessità di prevedere meccanismi di maggiore trasparenza e di minore condizionamento consociativo e clientelare delle scelte di carattere tecnico e amministrativo da parte dei partiti e del potere politico. La sperimentazione del metodo del sorteggio – anche in modo parziale – può essere un modo efficace per fronteggiare le derive oligarchiche di una democrazia dove il sistema dei partiti è in grado di orientare in modo pesante anche la scelta di cariche e di funzioni in organismi pubblici.

Storicamente il metodo del sorteggio è stato utilizzato, come è noto, nella democrazia ateniese, ma anche nella Repubblica veneziana per l’elezione del consiglio e del doge al fine di assicurare un equilibrio e una rotazione tra le famiglie della città. Vi è poi da tempo un dibattito teorico e scientifico internazionale consolidato sull’opportunità di utilizzare il sorteggio come strumento di rigenerazione della fiducia dei cittadini, della vita e del sistema democratico, di maggiore trasparenza del funzionamento delle istituzioni, di rinnovamento del rapporto tra politica e pubblica amministrazione. 

Yves Sintomer – uno dei più autorevoli studiosi del sorteggio – ha dedicato un importante saggio («La democrazia al popolo») al tema della realizzazione di esperienze di democrazia partecipativa, utilizzando gli strumenti delle giurie popolari e del sorteggio. Bernard Manin nell’importante saggio «Principes du gouvernement reprèesentatif» ha evidenziato l’importanza della «democrazia del pubblico», distinta dalla «democrazia rappresentativa», in cui prevalgono forme e strumenti organizzativi atti a fronteggiare le derive oligarchiche dei regimi democratici moderni. James Fishkin, partendo proprio dal sorteggio, ha teorizzato e praticato le iniziative dei sondaggi deliberativi («deliberative polling»), sperimentati su vari temi: misure sulla sicurezza (come in Gran Bretagna), aiuti ai Paesi in via di sviluppo (negli Stati Uniti d’America), adozione dell’euro (in Danimarca), diritti degli aborigeni (in Australia), diritto di voto agli immigrati (in Italia). Carson e Martin hanno teorizzato in «Random selection in politics» l’uso del sorteggio anche per le funzioni di rappresentanza popolare. Ricordiamo che più recentemente, a livello internazionale, il sorteggio è stato utilizzato per la scelta dell’assemblea incaricata di scegliere il candidato socialista a sindaco per la città greca di Maroussi (2006), per la riforma del sistema elettorale della provincia canadese della British Columbia (2004) e lo stesso è poi successo nei Paesi Bassi (2006) e in Ontario (2007).

In Italia il professor Luigi Bobbio ha scritto e teorizzato sull’uso del sorteggio in diversi temi accademici e nel volume «Dopo la politica». Anche il costituzionalista Michele Ainis – durante la riforma della parte seconda della Costituzione – ha avanzato nei mesi scorsi l’ipotesi dell’elezione del Senato della Repubblica per sorteggio. E, durante la discussione sul rinnovo del consiglio di amministrazione della RAI – Radiotelevisione italiana Spa alcune forze politiche hanno proposto di nominare i consiglieri con il sorteggio.

Il nostro ordinamento giudiziario già prevede il metodo del sorteggio per la nomina delle giurie popolari. […] il sorteggio è la procedura più semplice che ci sia e riteniamo che queste controindicazioni siano largamente bilanciate dagli effetti positivi di questo metodo: la trasparenza, l’autonomia dalle scelte dei partiti e della politica, la partecipazione dei cittadini e la rigenerazione della democrazia. Ovviamente, il metodo del sorteggio – da solo – non è risolutivo per rigenerare il sistema democratico ormai affetto da una crisi dovuta a varie componenti: lo svuotamento del meccanismo rappresentativo, la crescente subordinazione della politica al dominio del mercato e della finanza, la degenerazione del sistema dei partiti e molto altro. Tuttavia l’uso (anche in via sperimentale come previsto da questa proposta di legge) del metodo del sorteggio – unito all’introduzione di nuovi istituti di democrazia partecipativa e deliberativa per eliminare le influenze clientelari sulle scelte amministrative – può contribuire a rompere le derive oligarchiche dei regimi democratici e a favorire la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche e di carattere amministrativo.»

Dunque il Parlamento, e i partiti politici che lo dominano sanno perfettamente quale potrebbe essere uno strumento per superare la crisi delle istituzioni. Ma ad essi, evidentemente, non conviene; e così i cittadini dello stivale continueranno a tribolare. Invece in varie parti del mondo semplici cittadini sono chiamati a deliberare:

  1. Per la Convenzione costituzionale irlandese, nel 2013, sono state individuate 100 persone (2/3 selezionate a caso, 1/3 nominate) che si sono incontrate per più di un anno per deliberare sulla Costituzione irlandese. Ulteriori informazioni qui.
  2. In Macedonia, a Skopje nel 2017, si è tenuto un sondaggio deliberativo sulle aspettative dei cittadini sull’adesione della Macedonia all’Unione europea. Si veda qui.

All’Aia, nei Paesi Bassi, nel 2006, s’è tenuto il Forum civico del sistema elettorale (Burgerforum) dove i partecipanti hanno discusso la riforma elettorale ma la proposta è stata infine ignorata dal governo. Ulteriori informazioni qui.

Nel 2011 a Bruxelles (Belgio), 741 persone si sono riunite per una giornata di discussioni e proposte. Ulteriori informazioni qui.

Nel 2018 a Lublino, Polonia, un panel di cittadini ha discusso della qualità dell’aria e ha proposto soluzioni per il suo miglioramento. Vedi qui.

Sempre nel 2018 a Londra, UK. I comitati di selezione per gli alloggi, comunità,  amministrazioni locali, sanità, e assistenza sociale hanno condotto un’indagine congiunta sul finanziamento a lungo termine dell’assistenza sociale agli adulti. Qui per saperne di più.

E ancora nel Regno Unito (speriamo per non molto ancora) la stragrande maggioranza delle persone vuole la riforma della House of Lords, perché è una reliquia non democratica di tempi passati. L’età media dei membri della Camera dei Lord è di 69 anni (la media!), e la maggior parte di loro sono uomini. È tempo di sostituire la House of Lords con un campione casuale e rappresentativo di 650 persone comuni. Persone come chi scrive e chi legge questo articolo.

Insomma, mentre gli italiani sono arenati sulle divergenze tra Luigi Di Maio, Matteo Salvini, e Nicola Zingaretti (le facce della stessa medaglia), altrove c’è chi pensa di superare o comunque riequilibrare il sistema dei partiti per dare spazio di deliberazione alla gente comune, così come vuole l’autentica democrazia. E se ne sono resi conto alcuni qualificati giovani che unitamente ad un paio di cattedratici hanno dato vita ad una ricerca permanente di quanto avviene nel mondo a proposito di ridimensionamento dei partiti politici, e della valorizzazione del sistema di sorteggio per le funzioni pubbliche.

Enzo Trentin

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