Provincia

Tornano le Giornate Fai di primavera, ponte tra culture

Vicenza – Tornano, sabato 23 e domenica 24 marzo, le Giornate Fai di Primavera, uno degli appuntamenti principali del Fondo Ambiente Italiano (Fai) quest’anno alla 27esima edizione. Offrono l’occasione di riscoprire il nostro paese, ed il Veneto in particolare, e costruire anche un ideale ponte tra culture.

“In occasione delle Giornate Fai – si legge nella presentazione dell’iniziativa -, la scoperta di un luogo speciale dell’immenso patrimonio paesaggistico italiano non è solo un’esperienza che va ad arricchire il bagaglio culturale di ogni visitatore, ma un’occasione straordinaria di incontro tra persone di età, interessi e provenienza diversi ma unite dal desiderio di conoscere luoghi eccezionali del proprio territorio. Luoghi di cui tornare a fruire come visitatori e sui quali accendere i riflettori affinché possano essere tutelati e valorizzati”.

Sono più di mille i luoghi che si potranno visitare in Italia, spesso sconosciuti o mai aperti prima. In Veneto sono 45 i beni che verranno aperti al pubblico per due giorni, tra ville, palazzi, aree poco conosciute, spazi privati o pubblici. La manifestazione è anche un importante evento di raccolta fondi e un’occasione per raccontare a tante persone gli obiettivi e la missione della fondazione.

Per questo, all’ingresso di ogni luogo, verrà chiesto ai visitatori un contributo facoltativo, preferibilmente da 2 a 5 euro. I preziosi contributi raccolti saranno destinati al sostegno delle attività istituzionali del Fai.

Per gli orari di apertura consultare il sito www.giornatefai.it. A Vicenza c’è una delegazione del Fai molto attiva che, per le Giornate di Primavera, farà visitare i seguenti luoghi:

Centrale Elettrica di Chiuppano – Ai piedi dell’Altopiano di Asiago nel comune di Chiuppano, in località Bessè, una centrale di metà Novecento in stile razionalista rimane immersa in uno scenario pregevole sfruttando l’acqua del fiume Astico. La centrale idroelettrica “Ingegner Giuseppe Gavazzi” intitolata al suo progettista, fu voluta dalla Lanerossi nel solco di un’antica tradizione della produzione dell’energia di cui tutt’oggi rimangono i segni a cavallo delle tre rivoluzioni industriali.

Palazzo Cordellina – In stile palladiano, fu voluto dal giureconsulto veneto Carlo Cordellina che affidò la costruzione tra il 1786 e il 1790 ad Ottone Calderari. Gli interni sono ornati da affreschi e decorazioni di Paolo Guidolini e Girolamo Ciesa. Nel corso della Seconda guerra mondiale un bombardamento distrusse parte dello stabile. Dal 2007 l’immobile è stato oggetto di numerosi restauri, ora è la sede centrale della Biblioteca Bertoliana: ne ospita gli uffici di presidenza e consiliari, direzionali ed amministrativi e gran parte delle iniziative culturali nel Salone centrale, nella Sala corsi al piano nobile e nella Sala Udienze al piano terra. Nella Sala Sfingi e nella Sala Udienze vengono generalmente ospitate le esposizioni.

Chiesa Sconsacrata di San Valentino – Ad ingresso esclusivo per gli iscritti Fai. La chiesa, risalente al 1586, è sconsacrata dagli anni Venti del secolo scorso e un accurato restauro effettuato alla fine degli anni Ottanta l’ha portata a nuovo splendore. Da allora è sempre stata uno showroom dell’arredo, ospitando oggi, nel rinnovato layout, le soluzioni per la casa firmate Boffi, De Padova e MA/U Studio.

Villa Ferrari Chiodi – costruita nel 1719, si presenta con una importante facciata conclusa da un frontone coronato ai vertici da tre statue acroteriali.  Alla porta centinata si sovrappone al primo piano una finestra anch’essa centinata adorna, nella chiave di volta, da una testa umana e da una balaustra sporgente. Anche le due aperture laterali e quelle sul fianco su strada sono dotate di balaustra sporgente.  Notevole la scala a due rampe, protetta da ringhiera in ferro battuto di elegante fattura. Il salone al piano superiore presenta un soffitto a padiglione decorato di stucchi e affreschi di cui è salva solo una parte. Alle pareti figure femminili. Nella stanza a sud est vi sono Apollo e Diana e nella stanza a sud ovest un caminetto settecentesco.

Villa Pojaiana – A Pojana Maggiore, a cura del Gruppo FAI Giovani di Vicenza. La villa fu commissionata a Palladio dal vicentino Bonifacio Poiana, di famiglia fedelissima alla Repubblica di San Marco, che possedeva sin dal Medioevo una giurisdizione di tipo feudale sui territori che portano il suo nome. Per altro, nell’area dove sorse la villa esisteva già una corte quattrocentesca dominata da una torre, dove campeggia tuttora l’insegna familiare. Palladio probabilmente progettò la villa sul finire degli anni ‘40, il cantiere procedette a rilento e in ogni caso i lavori furono terminati entro il 1563, quando fu compiuta la decorazione interna eseguita per mano dei pittori Bernardino India e Anselmo Canera e dello scultore Bartolomeo Ridolfi.

Villa Bussandri – A Bassano, con visite organizzate dalla delegazione FAI di Bassano del Grappa. Di origine cinquecentesca si trovava al centro di un vasto territorio, ora splendido parco. Bussandri diede vita ad un gruppo di restauro e riproduzione di mobilio in stile per l’arredo nota in tutta Europa. I prototipi originali e le parti di essi sono stati nel tempo raccolti, accuratamente catalogati, conservati e formano oggi un vero e proprio museo privato del mobile e dell’arredo, allestito in un’ala della stessa villa e tutelato dalla moglie Sofia e dai figli Simonetta e Gabriele che ne continuano la tradizione. All’interno della villa vi sono sale arredate con mobili originali, arazzi, tappeti e bei dipinti di autori importanti come Veronese, Jacopo da Bassano.

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