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“Fiume città di passione” nel Giorno del Ricordo

Vicenza – In occasione del Giorno del Ricordo, che si celebra il 10 febbraio in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale, l’Istrevi (Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea), in collaborazione con la Biblioteca Bertoliana, organizza a Vicenza, per venerdì 8 febbraio alle 17.30, a Palazzo Cordellina (contra’ Riale 12) un incontro con Raoul Pupo, che presenterà il suo libro “Fiume città di passione”, edito da Laterza (2018).

Fu Gabriele D’Annunzio a battezzare Fiume “Città di passione”, nel primo dopoguerra, imponendola all’attenzione internazionale assieme al mito della vittoria mutilata. Altre e più tragiche passioni si scatenano poi nel secondo dopoguerra, quando molti fiumani devono prendere la via dell’esilio. La città però rimane in piedi e condivide il destino delle altre “città cambiate”, Salonicco, Smirne, Königsberg, città poste lungo i confini che hanno segnato i maggiori conflitti europei del ventesimo secolo.

Raoul Pupo
Raoul Pupo

“Parlare di Fiume – si legge nella presentazione dell’incontro – vuol dire tuffarsi nel vortice della grande semplificazione che ha travolto l’Europa centro orientale. Vuol dire parlare delle storie accadute tra le pieghe di quelle più appariscenti: accanto alla vicenda di un fiero municipalismo che cerca di resistere al trionfo degli stati nazione, c’è la storia di una grande illusione. Quella di un piccolo nucleo di operai e intellettuali italiani che, in epoca di guerra fredda, lasciano la madrepatria per edificare il socialismo in una Fiume diventata jugoslava”.

“Ma non vi è lieto fine. Raoul Pupo, storico italiano, professore di Storia contemporanea all’Università di Trieste, uno dei massimi conoscitori del fenomeno delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata, raccontandoci la storia di una città simbolo del ’900, ci accompagna attraverso le inquiete transizioni europee del secolo scorso. Fiume è stata proclamata capitale europea della cultura 2020, luogo simbolo dei problemi e della necessità del pluralismo etnico e culturale”.

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