Gli indipendentisti veneti alle elezioni

Vicenza – Gli indipendentisti veneti si presenteranno alle elezioni. In un comunicato stampa recentemente pubblicato, c’è scritto tra l’altro: «Il Movimento Politico Indipendenza Veneta e Siamo Veneto comunicano la decisione di correre insieme alle elezioni amministrative del 2019. Coerentemente con il percorso iniziato nel luglio 2018, il cui obiettivo è presentare un unico soggetto politico alle elezioni regionali 2020… ». E sui social network sono subito apparse critiche al calor bianco, dove si afferma che il termine “indipendenza” per questi soggetti è solo un’etichetta.
Così come sono state etichette immaginifiche il “federalismo” per la Lega Nord, e la “democrazia diretta” per il M5S. Qualcosa che i Nas dei Carabinieri – se mai esistesse per loro questa incombenza – sanzionerebbero come frode. Naturalmente siamo ormai rassegnati all’idea che le cose non possano andare meglio di così, visto che nessuno ci prova a farle andare diversamente, perché c’è un apparente interesse minimo o nullo per il bene e la rilevanza sociale.
Col progetto di pubblicare delle opinioni piuttosto che raccontare delle storie, osserviamo precauzionalmente che da un sondaggio autogestito da “@Stato Veneto Passaporto”, le varie denominazioni nei Territori Veneti che a diverso titolo sottendono/frequentano la parola indipendenza sono oltre 100, ripartite in iniziative individuali, di gruppi, con/senza “governo”, di partiti e di varia cultura. Non abbiamo verificato la correttezza del dato, tuttavia non abbiamo avuto difficoltà a contattare più soggetti di quest’area per raccogliere i loro umori e le loro dichiarazioni che qui isoleremo ed enumereremo esponendo le loro affermazioni senza un preciso ordine d’importanza.
Con ciò ci mettiamo a disposizione online di tutti i lanciatori di strame di questo mondo, affrontando la valutazione per difendere il loro diritto coprofrago. Daremo così voce allo sconcerto di molti che sono in rivolta, non eludendo il fatto che le rivolte possono anche generare delle nuove forme di dominazione. Al lettore il compito di mettersi d’accordo sui fatti, chiedendo venia in anticipo (please) se ogni tanto ci sono cadute di styles.
Ecco, dunque, le voci e i senimenti raccolti:
- Che in Italia si viva nella menzogna è dimostrato dal fatto che più frottole si raccontano, più è agevole scalarne le istituzioni. Se questi sedicenti indipendentisti candidati alle elezioni vogliono delle riforme, perché non si mettono a capo di una protesta simile a quella dei gilets jaunes francesi, misurando “sul campo” il gradimento della cittadinanza, anziché attraverso le urne che in oltre 30 anni non hanno dato risultati soddisfacenti, e tanto meno determinanti?
- Sulla bontà d’intenti dell’unico “rappresentante” regionale veneto professatosi indipendentista, per non ripetere le osservazioni, rimandiamo il lettore qui.
- C’è chi osserva che il fondatore di Siamo Veneto è stato eletto (2015) dalla lista Indipendenza noi Veneto con Zaia. Quindi è politicamente “vassallo del Governatore”, e a confermarlo c’è il suo incarico di Consigliere segretario del Consiglio Regionale. Luca Zaia, poi è un esponente della ex Lega Nord, oggi Lega Salvini-nazionalista, che non è certo a favore dell’autodeterminazione.
- Altri si chiedono se queste persone vadano valutate in base ai loro princìpi, o su princìpi democratici. La politica degli aderenti a queste formazioni sedicenti indipendentiste non sarà solo un soffio di fumo? L’ennesimo camuffamento per… “ciapare na carega”?
Alcuni per mettere a fuoco la consistenza delle dichiarazioni del “Governatore” Zaia che assicura come l’autonomia della Regione Veneto sia cosa quasi fatta, e tralasciando la qualità della predetta autonomia che ancora non si conosce nel dettaglio, propongono la consultazione di questo grafico.
- In ambienti culturali si sottolinea il fatto che tutti sanno come durante il medioevo il grado di analfabetismo fosse molto elevato. Pochi sapevano leggere e scrivere. Anche coloro con posizioni elevate di comando come i feudatari non sapevano scrivere. Carolus Magnus (742-814), è stato re dei Franchi dal 768, re dei Longobardi dal 774 e dall’800 primo imperatore del Sacro Romano Impero, incoronato a Roma da papa Leone III. La firma apposta dall’imperatore Carlo Magno nei documenti da lui emessi era una croce. Malgrado molti frati amanuensi dell’epoca esibissero documenti di proprietà immobiliari e di privilegi con in calce la croce o firma falsa di Carlo Magno, costui mai si sognò di disconoscere il proprio suggello. Il fondatore di Siamo Veneto, essendo laureato in economia e in filosofia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia certamente sa leggere e scrivere; ma sostiene d’aver liberamente firmato un accordo elettorale senza averlo letto, e di non considerarlo vincolante. Ovvero i veneti hanno un “rappresentante” regionale irresponsabile? Firma alla cieca, benché “sul suo onore”; ma ritiene di non dover rispettare i patti sottoscritti malgrado non gli sia stata fatta alcuna violenza. Li considera leonini. È palesemente così poco responsabile che pretende d’avere l’avvallo e la garanzia notarile per riconoscere un preciso impegno politico liberamente assunto. Se la sua firma in calce ad un accordo spontaneamente sottoscritto non vale nulla, quanto varrà la sua parola di agire per l’indipendenza del Veneto come egli sostiene di fare?
- Gli omologhi del movimento politico Indipendenza Veneta queste cose le sanno, ma non ne fanno una questione. Ovvero hanno lo stesso livello etico-morale del loro alleato? Dichiarano di voler partecipare alle elezioni amministrative del 2019, perché (testuale): “In diversi Comuni sono già presenti Consiglieri comunali e Assessori emanazione dei due Movimenti”.
- Come indicato in premessa il loro intento è di cimentarsi con le elezioni Regionali del 2020. In effetti queste ultime sono più appetibili, in primo luogo perché l’Ente Regione è un organo legislativo; in secondo luogo, e ben più importante, non sarà necessario raccogliere le migliaia di firme a supporto delle liste. Siamo Veneto ha già un Consigliere regionale, quindi Indipendenza Veneta si avvarrà del privilegio dell’esenzione da questa onerosa operazione.
- Juri De Luca, portavoce di Indipendenza Veneta, afferma anche: «abbiamo iniziato un percorso che punta a superare le apparenti differenze per costituire un soggetto in grado di raccogliere il consenso intorno al progetto indipendentista…». In cosa consista questo “progetto” non è stato ancora comunicato ai mass-media.
- Molti elettori constatano che alla Regione Veneto, malgrado le numerose Petizioni popolari (si veda qui) gli strumenti di democrazia diretta non sono ancora stati introdotti; anzi nemmeno discussi. Né si preannuncia d’introdurli a livello dei Comuni dove sono o saranno presenti, in attuazione del Dec. L.vo 267/2000. Eppure sono molte le dichiarazioni di questi esponenti che vagheggiano il nuovo soggetto indipendente simile alla Svizzera.
- C’è chi ricorda che persino l’atto costitutivo del fascismo (Manifesto Dei Fasci Di Combattimento, che venne presentato il 23 marzo 1919 a Milano in piazza San Sepolcro da cui prese il nome), aveva un programma, anche se venne interamente rovesciato da Mussolini prima di arrivare al potere.
- Secondo altri ciò dimostra che i movimenti politici, quando non sono controllati dai militanti, e dagli elettori tramite gli strumenti della democrazia diretta, diventano solo strumenti di potere. Gli ideali, sono purtroppo utili per accalappiare le persone semplici e i disinvolti, ma vengono rapidamente dimenticati. Qui ricordano che Martin Luther King diceva: «Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non farete nulla per cambiarla.»
- A questo punto molti contribuenti cominciano a pensare che i gilets jaunes francesi abbiano ragione laddove dicono che il governo vuole dei “rappresentanti” per inquadrare e seppellire la vera democrazia cercando degli intermediari. Gente con cui potrà negoziare. Persone sulle quali potrà far pressione per edulcorare l’esercizio corretto della democrazia. Il potere vuole gente che potrà in seguito recuperare e spingere a dividere lo scontento per soffocarlo. Se nominiamo dei “rappresentanti” e dei “portavoce”, – dicono i gilets jaunes – ciò finirà per renderci passivi. Peggio: avremo in fretta riprodotto il sistema che funziona dall’alto in basso, come le canaglie che ci dirigono. Quei cosiddetti “rappresentanti del popolo” che si riempiono le tasche, che fanno leggi che ci impestano la vita, servono gli interessi degli ultra ricchi. Del resto già il pastore di Boston, Benjamin Church, nel 1773 proclamò che la libertà era «la felicità di vivere sotto le leggi che abbiamo fatto noi stessi. Quindi, la libertà delle persone è esattamente proporzionata al peso che il popolo ha nell’assemblea legislativa.»
- La compulsiva richiesta d’indipendenza da parte di soggetti pubblici senza un progetto politico-istituzionale da esibire, alimenta il timore di conferire un mandato politico a persone di cui non si conosce come riformeranno le nuove istituzioni: dalla giustizia all’istruzione, alla burocrazia, che appaiono arcaiche. Oggi organizzate per favorire soprattutto chi ci lavora e non i cittadini. Estranee al criterio del merito. Dominate da lobby sindacali o da cricche interne. Dove dall’anzianità, dal formalismo, dalla tortuosità demenziale delle procedure alla demagogia, si copre in realtà l’interesse personale di alcuni. La nullità intellettuale e morale di questo modo di far politica, non pone alcuna soluzione al problema elementare e fondamentale – assolutamente taciuto – della vita sociale e politica: la guerra di quelli che dallo Stato prendono contro quelli che allo Stato, i soldi li danno.
- Il ventennio fascista, per quanto esecrabile, sancì delle riforme come quella del Codice Rocco. Quest’ultimo è addirittura transitato senza apparente imbarazzo nella repubblica democratica e antifascista. Parecchio fascismo è transitato nell’attuale antifascismo, dogma di segno opposto. Con l’indipendenza del Veneto auspicata da questi soggetti politici assisteremo all’ennesima “riproposizione di uomini per tutte le stagioni”? Un esempio calzante è quello di Davide Lajolo (Il Voltagabbana), combattente in Spagna dalla parte dei falangisti, direttore di giornali fascisti e, alla caduta del fascismo, direttore dell’Unità.
- Il Codice Rocco, pur rimaneggiato, costituisce ancora l’impianto di base del Codice Penale vigente. Tale Codice traghetterà nel nuovo soggetto istituzionale che questi sedicenti indipendentisti propongono?
- Perché oggi il Nord e il Sud appaiono come due nazioni immensamente lontane?
- Come mai da oltre vent’anni non riusciamo a trovare una formula politica, e non siamo capaci d’azione e di decisione?
- Perché in senso profondo non sappiamo più chi siamo e che cosa sia questo nostro Paese?
- Perché non abbiamo coscienza del nostro passato e come questo si lega al presente?
- Come possono, passato e presente, legarsi positivamente al futuro?
Negli ambienti indipendentisti che non sono interessati alle elezioni si riflette: se è profondamente sbagliato usare mezzi immorali per raggiungere fini morali, è altrettanto sbagliato utilizzare mezzi morali per raggiungere fini immorali. Dovrebbero essere i soggetti che si candidano alle elezioni coloro che fissando obiettivi, stabilendo priorità e nuove regole, propongono all’elettorato di approvare un progetto politico-istituzionale. Diverso, assai diverso dal passato. Mai come oggi, infatti, abbiamo bisogno di segni coraggiosi di discontinuità, di scommesse audaci sul cambiamento, di gesti di mutamento radicale. Il cambiamento dovrebbe essere programmato, non a seguito di un incidente.
Enzo Trentin