Lettere e Opinioni

Genova, una tragedia epocale che scuote l’Italia

Genova – E’ una ripresa difficile quella che affrontiamo oggi, due settimane dopo aver salutato i lettori per un breve periodo di vacanza che ci era necessario, anche per aspetti non collegati al nostro lavoro. In queste due settimane è infatti successo qualcosa di tragico e certamente portatore di conseguenze per l’Italia. Abbiamo tutti davanti agli occhi le immagini del clamoroso crollo del ponte Morandi, a Genova, sul Polcevera. Quarantatre morti, centinaia di persone senza casa ed una città portuale di primaria importanza che è di fatto paralizzata.

Sono state molte in questi giorni le espressioni di cordoglio per il dramma delle famiglie delle vittime, ed anche di solidarietà verso chi è rimasto senza casa. Ci sono state a livello nazionale, ed anche un sincero cordoglio delle comunità locali, dato che la tragedia del capoluogo ligure riguarda in realtà tutti gli italiani. E questo per due motivi.

Innanzitutto il clamoroso crollo del ponte, inaugurato cinquanta anni fa, mette a nudo la poca attenzione che la classe dirigente italiana ha prestato nei passati decenni alle infrastrutture del Paese. E’ mancata la manutenzione? Sono stati usati materiali più economici di quelli che sarebbe stato opportuno usare? Solo le perizie tecniche ed alla fine la magistratura potranno rispondere a queste domande. Quello che è certo è che questa tragedia è già un’ennesima prova di come in Italia si siano prese molte decisioni non sulla base del bene comune ma di altro, magari i guadagni di potentati di vario tipo.

Certamente una bella gatta da pelare anche per il governo, che potrebbe persino dividersi, ad esempio sull’atteggiamento da avere verso Autostrade Spa, proprietaria del ponte e di buona parte della rete autostradale italiana, che naturalmente gestisce e della quale è responsabile. Di Maio, in questi giorni intransigente, vorrebbe la revoca della concessione ad Autostrade Spa, mentre Salvini ha una posizione più sfumata, meno dura, e chiede innanzitutto l’immediata ricostruzione del ponte e il pagamento dei danni.

La società Autostrade, da parte sua, ha già promesso di ricostruire il ponte in otto mesi e di rifondere le vittime e gli sfollati che hanno dovuto abbandonare le loro case. Ma la domanda vera è quella che sta dietro il secondo motivo per il quale la tragedia di Genova potrebbe essere uno spartiacque nella storia italiana: in che condizioni sono, veramente, le nostre infrastrutture? Nel caso di Genova il ponte autostradale è venuto giù da solo, non hanno partecipato cause naturali di alcun tipo. E’ frutto, insomma, della approssimazione e della sciatteria italiane.

In altre parole o è stato costruito male, o non c’è stata manutenzione. L’alternativa è che queste grandi infrastrutture aeree abbiano una vita che non supera comunque, ad esempio, i cinquant’anni. In tutti i casi la situazione è preoccupante: le nostre autostrade sono state in buona parte costruite tra gli anni ’60 e i ’70, quindi molte sono ormai troppo vecchie. Purtroppo non ci illudiamo che siano state fatte su di esse grandi manutenzioni, così come non ci meraviglierebbe sapere che si è fatto nei decenni largo uso di materiali inadeguati.

Speriamo bene dunque, ed al timore che si ripetano tragedie come questa avviciniamo la speranza che finalmente si impari dagli errori, e che questo paese smetta di essere una terra di saccheggi. Anche perché ci sembra che gli italiani siano ormai stanchi del solito insulso ed incapace teatrino.

F.O.

Di seguito proponiamo un video, diffuso quest’oggi dalla Guardia di Finanza di Genova. Sono le riprese di due telecamere di videosorveglianza che erano posizionate sul ponte Morandi, proprio sotto la zona del crollo…

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