Provincia

Vicenza, movimenti No Pfas in presidio al Tribunale

Vicenza – Movimenti No Pfas veneti da ieri in presidio permanente per quattro giorni, fino al 28 agosto, davanti al Palazzo di Giustizia di Vicenza. Gli attivisti di Mamme No Pfas e degli altri gruppi e comitati che si battono per un’acqua pulita e una politica di attenzione all’inquinamento ambientale, chiedono che la magistratura berica agisca per il bene collettivo, che porti avanti rapidamente le indagini, e che soprattutto si prenda subito la decisione di chiudere l’azienda Miteni, di Trissino, considerata la principale responsabile negli anni della contaminazione da Pfas delle acque.

Attrezzati con tanto di tende canadesi per trascorrervi  la notte, gli attivisti sembrano insomma volere quelle risposte che in realtà non sono mai arrivate. Molti infatti sono stati i proclami giunti da più parti, ma in realtà non è stato fatto molto, di concreto, per superare l’emergenza ambientale che si è creata. Del resto potrebbero essere parecchie e di vario tipo le sostanze chimiche che avvelenano il territorio, come ha dimostrato la scoperta , piuttosto recente, di una nuova sostanza inquinante nella zona della Miteni, il GenX. E in più, tra i responsabili del disastro, ovvero coloro che hanno operato ed operano nella stanza dei bottoni, e che hanno autorizzato o non controllato quanto è avvenuto, ben pochi ne hanno risposto.

“Chiediamo le dimissioni – scrivono i No Pfas – di tutti i responsabili che nulla hanno fatto per bloccare questa colossale e vergognosa vicenda e che fino ad oggi non hanno voluto vedere e sentire, autorizzando Miteni a contaminare acqua, aria, territorio e persone, ignorando completamente il principio di precauzione, senza attuare efficaci controlli sull’ambiente, sui dipendenti dell’azienda e su tutta la popolazione coinvolta. Chiediamo la condanna dell’azienda, la bonifica del sito ed il risarcimento dei danni provocati, poiché non sia, ancora una volta, la collettività tutta costretta a pagare il prezzo di chi non ha platealmente fatto il proprio dovere”.

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