Veneto

Caso GenX, Guarda: “Miteni non è una azienda qualsiasi”

Venezia – “Tra controlli in ritardo, probabili omissioni e scaricabarili, resta la responsabilità di un’azienda, la Miteni, su un caso di inquinamento che non ha paragoni in Italia e in Europa”. A parlare così è Cristina Guarda, consigliera regionale veneta del gruppo Amp, sul nuovo episodio che coinvolge l’azienda di Trissino, dopo le notizie dei giorni scorsi sulla presenza di un’ulteriore sostanza, il GenX, nella falda e quella più recente su una fuga di notizie.

“Secondo quanto dichiarato da Arpav – continua Guarda -, l’agenzia regionale non sarebbe riuscita a concludere le analisi finali in merito alla presenza di questo nuovo componente chimico a causa della fuga di notizie. Quando la scorsa settimana, gli incaricati dell’agenzia per la protezione ambientale si sono recati a Trissino per completare le verifiche hanno trovato le lavorazioni ferme e gli impianti puliti, il che impedisce, in parte, di capire come il GenX sia finito a contaminare la falda acquifera. Miteni infatti ha l’autorizzazione, ora sospesa grazie alla Provincia, per lavorare un rifiuto industriale per un’azienda olandese: dovrebbe trattarsi, ma il condizionale è d’obbligo, di un circuito chiuso per la rigenerazione del GenX.”

“Non è tuttavia possibile continuare a lavorare così – conclude la consigliera regionale -, con un’azienda accusata di un gravissimo atto di inquinamento che ha messo a rischio persone, ambiente, coltivazioni, e i doverosi controlli che arrivano sempre e comunque in ritardo. Inoltre, e purtroppo, vedo la stessa azienda trattata dalla Regione alla stregua di qualsiasi altra (ricordo, per esempio, l’autorizzazione di un impianto di cogenerazione che, con il collega Zanoni, criticavamo ancora un anno fa) nonostante si confermi costantemente inaffidabile nel lavorare su una zona di ricarica della falda”.

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