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Politica, l’Italia è un paese senza futuro

C’è la ripresa, c’è la ripresa, nel primo trimestre il Pil è aumentato dello 0,3%. Padoan, ancora ministro ovunque si trovi insiste: “l’Italia cresce meno del resto d’Europa, ma la direzione è quella giusta”. Trovo nauseanti le loro affermazioni e come vengono rilanciate dalla stampa loro amica. Ci sono almeno una decina di motivi per cui l’Italia è un paese irrecuperabile e sono sempre gli stessi da almeno un decennio, cambiano solo i valori assoluti:

  1. E’ il paese con il più alto debito d’Europa, che viaggia intorno ai 2.256 miliardi di euro, attualmente. La sua tendenza è a salire, mai a scendere;
  2. E’ il paese con la più alta spesa pubblica d’Europa, pari a circa 850 mld di euro;
  3. E’ il paese con la più alta pressione fiscale d’Europa, forse del mondo;
  4. E’ il paese dove su 10 cittadini, 7 parassitano e 3 lavorano;
  5. E’ il paese dove nonostante la pressione fiscale assurda, si giustificano gli aguzzini del Fisco, perché “senza tasse chi costruisce le strade?
  6. E’ il paese dove la pressione fiscale è progressiva (cioè con più aliquote), unica realtà mondiale. In nessun paese esiste un sistema di tassazione e regolamentazione simile, che nonostante le promesse (comprese quelle degli attuali eletti) non è mai stato riformato per essere semplificato;
  7. E’ il paese con più alta percentuale di tasse sui risparmi, patrimoni, bolli e balzelli vari. Ciononostante, il FMI ha già detto che servirebbe una patrimoniale da qualche centinaio di miliardi e l’Iva è stabilito da 3 anni che deve aumentare almeno al 25%;
  8. E’ il paese con la burocrazia peggiore che esista… per aprire un’azienda ci vogliono mesi, una quantità di scartoffie da compilare da far impallidire chiunque, permessi, permessini, sotto permessi e clausole a non finire;
  9. E’ il paese della più mediocre partitocrazia, dei peracottari, degli invidiosi, dei becchini;
  10. E’ il paese con più alta concentrazione di ex comunisti, socialisti e statalisti, dove si demonizza chi produce e lavora.

L’Italia è tecnicamente in bancarotta, ricorda molto il Cile di Allende del 1973. Per salvarla – in nome dell’Europa che ora anche Luigi Di Maio e Matteo Salvini accettano – continueranno a tassarvi e rapinarvi legalmente. Avete votato negli ultimi 10 anni quelli che vi promettevano di uscire dalla crisi e più lavoro? Sì. Hanno governato quelli che avete votato? Sì. Ecco il risultato:

  • Nel 2017 in 1,1 milioni di famiglie italiane «tutti i componenti appartenenti alle forze di lavoro erano in cerca di occupazione», pari a 4 famiglie su 100, in cui non si percepiva dunque alcun reddito da lavoro, contro circa la metà (535 mila) nel 2008. Lo ha sottolineato il presidente dell’Istat, Giorgio Alleva, nel corso dell’audizione sul Def. «Di queste – ha proseguito – più della metà (il 56,1%) è residente nel Mezzogiorno. Nel complesso si stima un leggero miglioramento rispetto al 2016 (15 mila in meno), ma la situazione al Sud è in peggioramento (13 mila in più)».
  • Aumentano anche gli italiani in povertà assoluta. Secondo i dati forniti dal presidente dell’Istat nel 2017 il fenomeno riguarderebbe circa 5 milioni di individui, l’8,3% della popolazione residente, in aumento rispetto al 7,9% del 2016 e al 3,9% del 2008. Le famiglie in povertà assoluta, secondo stime preliminari, sarebbero 1,8 milioni, con un’incidenza del 6,9%, in crescita di sei decimi rispetto al 6,3% del 2016 (era il 4% nel 2008). Complimenti per il vostro voto! La ripresa per i fondelli c’è tutta!

Questo paese, ormai è uso comune definirlo la terra che ha dato i natali a Pulcinella, non è un’invenzione recente, ma la semplice materializzazione di quanto don Luigi Sturzo aveva intuito decenni fa: “L’ingerenza dello Stato (burocrazia, partiti, deputati, commissari del popolo e chi più ne ha più ne metta) sarà tale che il cittadino dovrà cominciare a pensare come difendersi dallo Stato che si va creando”. Ci ha preso!

Luciano Spiazzi

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