Pfas, Gentilin: “Giusto rivedere le aree di impatto”

Arzignano – E’ stata accolta con favore la ridefinizione, da parte della Regione Veneto, delle aree d’impatto nell’inquinamento da Pfas. E’ il presidente del Consiglio di bacino Valle del Chiampo e sindaco di Arzignano, Giorgio Gentilin, a commentare positivamente la delibera approvata dalla giunta regionale, su proposta dell’assessore alla Sanità, con la quale vengono apportate importanti modifiche al Piano di sorveglianza sulla popolazione esposta a sostanze perfluoroalchiliche.

Ricordiamo che il piano prevede un percorso di prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico delle patologie cronico degenerative potenzialmente associate ai Pfas. Ridefinisce le aree di impatto (Zona rossa), l’area riferita alle captazioni autonome ad uso potabile (arancione) e l’area di attenzione (gialla). Sono state ricomprese in area arancione una striscia nella parte orientale del Comune di Arzignano (Canove), una parte del Comune di Montebello, una frazione minima del Comune di Gambellara e una buona parte del Comune di Montecchio Maggiore.
“Per quanto riguarda la zona di Canove di Arzignano – ha detto Gentilin – voglio sottolineare che si tratta di una richiesta che ho avanzato come sindaco, oltre che presidente del consiglio di bacino, durante specifiche riunioni tecniche con la dirigenza regionale, anche sanitaria. Ho chiesto l’inserimento della zona di Canove come area arancione con tutte le conseguenze del caso, sia in termini di sorveglianza, sia sotto il profilo sanitario. La Regione ora individuerà le fasce di popolazione che dovranno essere sottoposte a screning sanitario”.
La definizione della fascia arancione è avvenuta attraverso la ricostruzione aggiornata del plume di inquinamento a cui si è aggiunta una ulteriore fascia perimetrale cautelativa di 500 metri di ampiezza, in considerazione dell’incertezza nella misurazione delle possibili variazioni geometriche del plume, in relazione a fattori idrochimici, idrologici e storici.
“Le famiglie nell’area di Canove sono poche – ha aggiunge Gentilin – ma questo non significa che comune e consiglio di bacino ne trascurino la sorveglianza sia in termini di erogazione delle acque, che sono comunque potabili, sia in termini si rischio sanitario. Questo, lo ricordo, riguarda anche gran parte del Comune di Montecchio Maggiore. Sottolineo che siamo sempre molto attenti ed in alla problematica Pfas”.