L’Altopiano schierato con Coldiretti contro il Ceta

Vicenza – Sindaci dell’Altopiano schierati con Coldiretti contro il Ceta e pronti ad inviare un documento al Consorzio di tutela del formaggio Asiago per caldeggiare una presa d’atto della situazione. Questo l’esito dell’incontro che si è tenuto ieri sera nella sede Coldiretti di Asiago per illustrare ai cinque amministratori comunali dell’Altopiano presenti (Asiago, Foza, Gallio, Lusiana e Rotzo) ed ai numerosi soci le ragioni per cui Coldiretti dice no al Ceta.
“Se il 25 luglio prossimo in Senato approderà la discussione sul Ceta, di fatto il nostro paese spalancherà le porte a prodotti di dubbia qualità e salubrità, di fatto azzerando i risultati che abbiamo conseguito sui diversi versanti, fino alla recente etichettatura d’origine di più prodotti. Riteniamo sia necessario un approfondimento dei contenuti da parte di tutti, politici inclusi. La sensibilità degli amministratori locali, presenti compattamente a questo incontro, conferma la loro attenzione per il territorio e l’economia locali”.
In questi termini si è espresso il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Maritno Cerantola è intervenuto ieri sera, assieme a quello di zona, Dino Panozzo, e del direttore Roberto Palù, illustrando le principali ragioni per cui Coldiretti respinge al mittente il Ceta, ragioni per lo più legate alla difesa della qualità e del made in Italy.
“Tutelare le produzioni locali – ha sottolineato da parte sua anche il vicesindaco di Asiago, Diego Rigoni – è un nostro dovere, perciò in giunta discuteremo la delibera per dire no al Ceta. Sarebbe auspicabile che, parallelamente a Coldiretti, si muovessero anche altre confederazioni agricole di altri paesi europei. Il lavoro di Coldiretti nel territorio, anche grazie ai mercati di Campagna Amica è importante per sensibilizzare e fare informazione tra i cittadini. Se le amministrazioni comunali dell’Altopiano saranno compatte nel deliberare contro il Ceta, indubbiamente il Consorzio di tutela dell’Asiago dovrà pensare alle ripercussioni sull’immagine che una posizione a favore dell’accordo potrebbe determinare”.
“Invieremo un documento al Consorzio, che dovrebbe tutelare non soltanto il prodotto, ma tutto ciò che ha reso l’Asiago quello che è oggi, quindi territorio, aziende ed indotto turistico. Non è possibile, infatti, che questo organismo di tutela si consideri estraneo al territorio ed alle sue tradizioni e, con scelte avventate e probabilmente frutto della mancata conoscenza dell’accordo, provochi un danno con effetti non soltanto su prodotto ed aziende, ma sull’intero indotto di cui l’Altopiano beneficia”. Concetti condivisi anche da:
“Questo accordo mi lascia esterrefatto – ha aggiunto il sindaco di Gallio e presidente dell’Unione montana, Emanuele Munari – e mi chiedo come possiamo essere arrivati a questo punto, nel silenzio generale dei nostri parlamentari ed europarlamentari vicentini. Se vogliamo vincere questa battaglia al fianco di Coldiretti dobbiamo essere uniti. Sarà opportuno un incontro per vedere in faccia e sentire le ragioni dei politici che in Europa hanno votato a favore di questo accordo. Saranno i cittadini a dire l’ultima parola”.
Il presidente Cerantola aggiunge: “Questa non è una battaglia di Coldiretti – ha poi concluso Cerantola -, ma di tutti i cittadini, perciò al nostro fianco ci sono associazioni e sindacati, anche perché l’impatto sul mondo del lavoro sarà pesantissimo. Su questa partita il mondo politico dovrà dimostrare forte senso di responsabilità, anche perché la ratifica del Ceta da parte dell’Italia aprirà la strada al libero scambio commerciale indiscriminato. Coldiretti non è contro la globalizzazione, ma è a favore della tutela delle tipicità italiane e per lo scambio di prodotti a pari regole”.