Vicenza, insegnante trans su un sito di escort?
Vicenza – “Non basta l’abilitazione per insegnare, i docenti devono avere anche requisiti di attitudine e moralità”. Sono parole dell’assessore regionale all’istruzione Elenza Donazzan, messe nero su bianco in una nota ufficiale nella quale commenta il caso, riportato con clamore quest’oggi da vari organi organi di stampa, che riguarda un insegnante dell’istituto Rossi di Vicenza. Sulla scrivania del preside dell’istituto vicentino sarebbero infatti arrivate delle foto, tratte da un sito web di escort, di un trans in lingerie e in pose sexy, dallo pseudonimo di Luna Trams, molto rassomigliante all’insegnate in questione.
Della questione è stato informato anche l’Ufficio scolastico regionale. Naturalmente è tutto ancora da verificare, da stabilire ad esempio se il trans nella foto sia davvero l’insegnante del Rossi o una persona magari molto somigliante. Certo è comunque che la somiglianza deve essere notevole se ha spinto il preside a sospendere il professore, che non è di ruolo, fin da subito, in attesa delle verifiche del caso. Fin qui la cronaca, che lascia però spazio a giudizi e interpretazioni. Anche nella frase dell’assessore Donazzan, nella sua genericità, potrebbe esserci un pericolo.
A parte questo caso specifico infatti, quali sono i confini della moralità? E quali comportamenti umani essa riguarda in modo più diretto? Non si dimentichi che oggi consideriamo normali e perfino giusti modi di essere e idee che non molti decenni fa venivano giudicati immorali.
L’assessore Donazzan, comunque, oggi ha interpellato sul caso la direttrice generale dell’Ufficio scolastico regionale, Daniela Beltrame, e attraverso di lei si è rivolta anche al ministro del’Istruzione, Valeria Fedeli, proponendole “di avviare una riflessione più approfondita sul reclutamento degli insegnanti – scrive Elena Donazzan –
“Unitamente al titolo di studio – scrive Donazzan – e alla valutazione sulla capacità didattica, credo debba esserci anche un giudizio sulla probità e moralità del docente. Essere docenti è una vocazione e comporta un rispetto di sè e degli altri altissimo, tanto da essere da esempio di autorevolezza soprattutto verso i giovani e verso le loro famiglie. Solo così restituiremo il ruolo che merita la figura del docente nella società”. All’Ufficio scolastico regionale invece la Donazzan ha chiesto di “verificare l’accaduto, il percorso del docente e il comportamento tenuto nelle scuole dove è stato chiamato a prestare servizio”.
“Mi chiedo se non fosse possibile prevenire una tale scabrosa situazione – domanda l’assessore – se non si potesse comprendere che quella persona non era esattamente la più indicata ad insegnare. Da quanto ho potuto desumere sono stati alcuni studenti a far emergere i tratti scabrosi della vita del docente, facendo veicolare le immagini”. Una reazione, quella degli studenti , che l’assessore interpreta come “una denuncia corale, quasi a chiedere agli adulti, a noi adulti responsabili del loro percorso educativo, di intervenire a fronte di una situazione inaccettabile”.
“Ai nostri ragazzi – conclude l’assessore regionale – chiediamo correttezza nei comportamenti e non solo risultati nel percorso formativo. Tutti cerchiamo di difendere la scuola come istituzione educativa, e quindi la sua dignità ed onorabilità. Se vogliamo però tutelare la professionalità dei docenti e valorizzare il loro ruolo nella società non dobbiamo, né possiamo, soprassedere ad una riflessione più approfondita del pur doveroso e duro giudizio sul caso specifico. Ecco perché intendo portare all’attenzione del ministro l’esigenza di riflettere meglio, in modo più approfondito, sui requisiti necessari per diventare maestro o professore e sulle modalità di reclutamento del corpo docenti”.