Veneto

Pedemontana Veneta, “Di chi è la colpa? …di Zaia!”

Vicenza – Dal Partito Democratico di Vicenza, riceviamo e pubblichiamo l’intervento che segue, sulla questione del completamento della Superstrada Pedemontana Veneta.

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Non serve a nessuno, tanto meno al buon amministratore, accapigliarsi denigrando posizioni avverse o contrastanti, ma non è accettabile che il Governatore Zaia continui a ribaltare la realtà dei fatti sul tema della Superstrada Pedemontana Veneta, cercando di affibbiare ad altri colpe che sono solo sue. Ora chi non condivide la sua ultima conversione sulla Pedemontana, sono da lui definiti “sciacalli”. Capiamo che sia sempre meglio attribuirsi solo i meriti scaricando ad altri i demeriti e gli insuccessi, ma questa volta si sta superando oltre che il lecito, la decenza.

Zaia è governatore del Veneto da sette anni ed è stato vice di Galan per cinque, sulla faccenda della Pedemontana da quando è stata decisa la stipula della prima convenzione nel 2009, dopo il primo atto aggiuntivo del 2013 ed ora con il secondo del 2017, Luca Zaia è la persona con la massima autorità politica, amministrativa e decisionale del Veneto. Se la Pedemontana è ancora un campo di battaglia lungo novanta chilometri che crivella tutto il suo percorso di cantieri senza aver ancora consegnato nemmeno un tratto funzionale, la colpa è sua.

Se il project financing è diventato una barzelletta che richiede ormai il 40% di investimento pubblico per poter ripartire, quando doveva essere solo il 15%, la colpa è sua. Se non si è capito per tempo che il progetto era sovrastimato e ridondante rispetto alle reali esigenze del territorio, devastante oltre ogni logica, con un consumo di territorio pari a 90 metri di larghezza per ogni metro lineare dei 90 chilometri di lunghezza, che neanche la Colonia-Dusseldorf, la colpa è sua.

Se i flussi di traffico variano più del tempo in Irlanda, la colpa è sua. Se si presuppongono da oggi al 2059, aumenti del flusso di traffico con percentuali impossibili da raggiungere anche tra Pechino e Shanghai (e chissà poi, da oggi a quarant’anni, come sposteremo persone e merci), la colpa è sua. Se il Consorzio Sis non adempie ai suoi obblighi di convenzione, non riuscendo neppure ad acquisire le risorse finanziarie alle quali era obbligato per realizzare l’opera, la colpa è sua.

Se persiste nel mantenere Sis al mutare delle condizioni della concessione a fronte di ripetute e costanti inadempienze, tralasciando le legittime rimostranze dei concorrenti esclusi, e gabbati, la colpa è sua. Se il regime di rischio, legato ai flussi di traffico, viene trasferito in capo alla Regione senza correttivi cambiando le carte in tavola per l’ennesima volta, la colpa è sua. Se s’introduce l’Irpef per fronteggiare l’accendersi di un mutuo da 300 milioni la responsabilità è del governatore Zaia che prometteva di non mettere le mani in tasca ai veneti con nuove tasse.

In ultimo, ma non certo per importanza, i cittadini vicentini e trevigiani ai quali era stata promessa un’opera che avrebbe dovuto stupire l’Italia ed il mondo per celerità e funzionalità, disponendone la gratuità per i residenti contermini, vengono turlupinati da questo ulteriore cambio di scena, per ben tre volte. Una perché pagheranno una tassa addizionale; due perché dovranno pagare un pedaggio con un costo superiore del 60% a quello della A4 o della A27 mentre prima la strada era gratuita; tre, per un territorio violentato da un’opera scriteriata che invece di promuoverlo, lo sconquassa irrimediabilmente già da troppi anni e chissà ancora per quanto.

Fermarsi per non finire dritti in un gorgo di debiti e sfascio territoriale non è a questo punto il consiglio dei soliti disfattisti, contrari allo sviluppo, ma il segno seppur tardivo che dagli errori si vuole realmente far tesoro per uscirne nell’interesse rimanente di tutti. E tutto questo non è colpa degli sciacalli, ma del Governatore Luca Zaia.

Veronica Cecconato – Segretario provinciale del Partito Democratico di Vicenza
Luigi Creazzo – Responsabile esecutivo provinciale del gruppo “Pianificazione del Territorio”
con Renzo Priante, Giampietro Morandini, Paolo De Zen, Diego Retis

 

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