Guadagnini: “A proposito di Pedemontana…”
Venezia – Dal Consigliere regionale del gruppo “Siamoveneto” Antonio Guadagnini, riceviamo e pubblichiamo questa analisi sulle vicende legate alla costruzione della Superstrada Pedemontana Veneta.
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A proposito della Superstrada Pedemontana Veneta, ho analizzato i documenti che la giunta regionale ci ha inviato e ho maturato delle riflessioni che onestà, dovere nei confronti dei cittadini veneti e obbligo professionale mi impongono di esprimere. La Pedemontana Veneta è stata dichiarata opera di interesse strategico nazionale, di conseguenza è un’opera che doveva gestire lo Stato. Non si capisce perché l’allora presidente del Veneto abbia chiesto di prenderla in gestione (siamo nel 2001).
Essa è un’opera troppo grossa per poter essere gestita da una regione a statuto ordinario. Soprattutto alla luce del Project Financing che poi è stato sottoscritto (siamo nel 2009), che prevedeva un ricavo per il concessionario di quasi 19 miliardi di euro a fronte di un costo a suo carico di 1,5 miliardi. Anche aggiungendo tutti i costi dei servizi che il concessionario si era impegnato a sostenere, ne viene fuori un quadro agghiacciante. Sostanzialmente, a fronte di un incasso medio di 450 milioni all’anno per i 39 anni di durata della concessione, il concessionario doveva sostenere costi complessivi massimi per circa 200 milioni.
Un utile di più di 250 milioni all’anno per 39 anni. Che rappresentano quasi il 150% sui costi. Cifre che per un’impresa normale che lavora in regime d’appalto con il pubblico non sono neanche immaginabili. In più, quel contratto è una vera e proprio camicia di forza che ha legato le mani della Regione per l’avvenire. Un contratto che mette la regione alla mercé del concessionario. E che sostanzialmente pone fin da subito il rischio sulle spalle dell’ente pubblico; cosa che va contro il principio stesso alla base del contratto di project financing (il quale prevede appunto il rischio a totale carico del privato, a fronte del lauto guadagno). Qui c’è il lautissimo guadagno per il privato e il rischio per il pubblico.
In effetti, l’atto che il presidente Zaia è venuto ad illustrare in Consiglio regionale rappresenta un grande miglioramento delle condizioni iniziali per la Regione, insperato è quasi miracoloso, vista la posizione di forza che il contratto originario dà al Concessionario. Quest’ultimo ha rinunciato a quasi 7 miliardi di introiti complessivi. Quindi rinnovo il plauso alle abilità di trattativa del team della Regione. Restano però altri 12 miliardi da versare che significano un esborso medio di 300 milioni per i 39 anni della concessione.
Analizzando il Conto Economico, si evince che comunque il Mol (Margine operativo lordo) per l’impresa è quasi del 90%, il reddito operativo si attesta sul 75%, l’utile ante imposte è al 60% e l’utile netto è sopra il 40% dei ricavi… Mi pare ancora troppo… Credo che il concessionario dovrebbe ‘accontentarsi’ di un pò di meno. Faccio un appello al suo buon cuore.
Un discorso diverso deve essere fatto per lo Stato: dopo aver furbescamente scaricato la patata sulla Regione Veneto, cosa riprovevole sotto tutto i punti di vista, esso si appresta a guadagnare da questa operazione circa 2,5 miliardi di euro di introito fiscale (gettito ires e Irap). Che è il 20% dell’intera cifra. Questo è inaccettabile! Sostanzialmente, noi mettiamo l’addizionale irpef per pagare le tasse allo stato? O peggio, prevediamo pedaggi elevati per pagare le tasse allo stato che a suo tempo si è lavato le mani su un’opera che esso stesso ha dichiarato di interesse strategico nazionale?
Credo che dovremmo pretendere, non chiedere, che almeno lo stato non ci guadagni e che quindi esso si impegni a versare alla Regione Veneto un contributo pari all’introito fiscale per tutta la durata della concessione. È il minimo… Allora, se da un lato, il concessionario limasse ulteriormente le sue pretese (mi pare ci siano i margini) e dall’altro, venisse reso neutro il costo delle tasse da versare allo stato, si potrebbero ridurre i pedaggi per renderli compatibili con quelli pagati per l’A4.
Perché li dovremmo arrivare. Questa strada deve essere un servizio che il pubblico fornisce ai cittadini a prezzi accettabili, pensando soprattutto ai lavoratori che ne potrebbero usufruire ogni giorno. Credo, che qui serva un atto di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti, perché la Regione Veneto, dal canto suo, sta facendo tutto il possibile e anche l’impossibile.
Antonio Guadagnini – Consigliere regionale del gruppo “Siamoveneto”