Riciclaggio “Oltre confine”. Nuovo arresto della Gdf
Arrestata dalla Guardia di Finanza di Padova per riciclaggio, con l’accusa di aver trasferito denaro, da un conto bancario in Slovacchia, a Bratislava, frutto di una colossale frode per la quale sono già finite in carcere varie persone nello scorso mese di marzo. La donna, le sue iniziali sono E.P., è stata arrestata oggi sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Vicenza dopo le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica berica.
La frode carosello all’origine di tutto invece è quella che era stata ideata da Bruno Antonello, promotore ed organizzatore con Massimo Benetti “di una associazione per delinquere – spiegano le Fiamme Gialle – specializzata nella gestione di molteplici società in Italia e all’estero, il cui unico business era quello dell’emissione di fatture false nei confronti di società compiacenti, solitamente attive nel commercio di pellame”.
Antonello era stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Padova lo scorso 3 marzo ed ora si trova agli arresti domiciliari. “Ma c’era quel tesoretto, in Slovacchia – sottolineano in una nota i finanzieri -, da spostare prima che, grazie alla collaborazione delle autorità giudiziarie e delle forze di polizia estere, si completasse l’esecuzione del sequestro, già estesa oltre confine. Del resto proprio Bruno Antonello, che si avvaleva di altri sodali per riciclare all’estero i proventi dei delitti fiscali, sia acquistando immobili sia intestando ad altri cassette di sicurezza presso istituti di credito stranieri, aveva programmato per il 2 marzo degli spostamenti in tre nazioni, Austria, Slovacchia e Repubblica Ceca, dove aveva da anni le cassette di sicurezza e dove depositava il denaro contante”.
Un programma interrotto però dal blitz del 3 marzo, che aveva portato all’arresto di sei soggetti (cinque in carcere ed uno ai domiciliari), mentre per altri otto era stato disposto l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria, nonché al sequestro di beni per oltre 1,3 milioni di euro. “Era così emerso – concludono le Fiamme Gialle padovane – il giro di fatture false nel settore del commercio di pellame per un ammontare complessivo, ancora in fase di esatta quantificazione, di quasi 27 milioni di euro, ma anche l’utilizzo di cinque società estere, una con sede in Slovacchia, una in Polonia, una in Ungheria e due nella Repubblica Ceca, la finalità era il riciclaggio dei proventi illeciti della frode”.