Vicenza, uno studio per rispondere all’Unesco

L’Unesco, che ha conferito a Vicenza l’invidiabile titolo di “Patrimonio dell’umanità”, ritiene che la città, con le sue politiche urbanistiche, non merito più questo onore? Difficile dirlo, è certo però che alcune scelte che sono state fatte negli ultimi decenni hanno lasciato cicatrici evidenti, ed ancor più potrebbero fare progetti futuri se venissero realizzati. Resta il fatto che associazioni e studiosi hanno da tempo lanciato l’allarme, avvertendo che Vicenza, a causa di uno sviluppo urbanistico eccessivo e poco avveduto, sta snaturando il suo patrimonio inestimabile.
Ed ecco che le più contestate scelte, in questo campo, delle ultime amministrazioni comunali, sono sotto la lente di ingrandimento dell’Unesco, e anche il Comune di Vicenza è preoccupato. Tanto che uno studio, a spese del Comune, valuterà l’impatto urbanistico di realizzazioni fatte negli ultimi anno (o ancora, eventualmente, da fare) come la base americana all’ex area Dal Molin, l’insediamento di Borgo Berga e il progetto per il passaggio dalla città della Alta capacità/Alta velocità ferroviaria.
Una commissione di esperti internazionali è stata quindi invitata a venire a Vicenza per vedere da vicino come stanno le cose, e sono stati stanziati 63 mila euro per la redazione, da parte di un soggetto terzo, della Heritage Impact Assessment (Hia), ovvero della valutazione di impatto sul patrimonio Unesco. Tutto questo è stato deliberate oggi, dalla giunta comunale vicentina, su proposta del vicesindaco e assessore alla crescita Jacopo Bulgarini d’Elci, proprio rispondendo alla richiesta di chiarimenti mossa da Icomos, braccio operativo di Unesco, sullo stato di salute del patrimonio della città in termini di paesaggi e monumenti palladiani, dichiarato nel 1994 bene dell’umanità.
“Com’è noto – ha spiegato il vicesindaco -, a fronte di una serie di denunce partite da associazioni del territorio che hanno messo in dubbio che Vicenza meriti ancora di fregiarsi del titolo di città Unesco, Icomos ha chiesto chiarimenti al Comune in relazione al potenziale impatto sul sito vicentino di tre vicende: la base Del Din, il complesso di Borgo Berga e il futuro passaggio della linea di alta velocità alta capacità. E’ evidente – ha detto il vicesindaco illustrando le azioni deliberate dalla giunta – che a Icomos non interessa se due di queste si siano determinate in presenza di un’amministrazione diversa dall’attuale, né che il motivo di preoccupazione dato dalla terza vicenda sia già completamente decaduto con l’abbandono dell’ipotesi del tunnel sotto a villa Valmarana ai Nani, né, infine, che si tratti di realizzazioni di interesse ben superiore a quello cittadino”.
“A Icomos, comprensibilmente – ha aggiunto Bulgarini d’Elci -, importa verificare se la città ha raggiunto, per accumulo di questioni, una soglia di possibile criticità per i beni Unesco. Siamo a totale disposizione perché si effettuino tutti gli approfondimenti del caso, così come siamo pronti a illustrare il lavoro fatto in tema di recupero e tutela del patrimonio palladiano. Si tratta di azioni importanti che non sono certo segnale né di incuria, né di degenerazione nella tutela e nella valorizzazione di beni giustamente dichiarati patrimonio dell’umanità”.