Thiene e dintorni

Thiene, si organizza il fronte del no al crematorio

Cresce e si sta organizzando, a Thiene, quella parte della popolazione che dice no all’ipotesi che venga realizzato, nel cimitero cittadino, un impianto per la cremazione delle salme. Un forno crematorio insomma, che, per forza di cose, dovrebbe essere costruito come prevede la legge all’interno dello stesso cimitero, e quindi a poca distanza dalle abitazioni della zona dei Cappuccini, per di più in prossimità di una scuola materna, una scuola elementare ed un patronato parrocchiale.

Per ora la giunta comunale thienese ha approvato solo una modifica urbanistica che prevede un allargamento del cimitero, appunto perché possa ospitare il crematorio. Manca ad esempio ancora il parere della Ulss, tuttavia si procede spediti e il formo crematorio, salvo imprevisti, dovrebbe essere costruito con il Project financing, un altro capitolo che avrebbe bisogno di essere rivisto, dati i non esaltanti risultati prodotti un po’ ovunque negli ultimi anni.

Come dicevamo però i cittadini della zona si stanno organizzando ed hanno costituito un comitato che ha organizzato un incontro, nei giorni scorsi all’Hotel Ariane, al quale hanno partecipato in tanti, molti di più delle attese. Oltre duecento persone, tutte molto critiche verso questa realizzazione del crematorio. Ad illustrare la questione due esperti: Giovanni Fazio, medico impegnato sul fronte ambientale, ed Edoardo Bortolotto, avvocato, anch’egli vicino alle ragioni ambientaliste e spesso in difesa di cittadini danneggiati da una disinvolta gestione industriale.

Presenti, come osservatori ma poi intervenuti rispondendo a domando o chiarendo aspetti controversi, anche gli amministratori comunali, a cominciare dal sindaco, Giovanni Casarotto. Con lui, l’assessore ai lavori pubblici, Andrea Zorzan, e svariati consiglieri comunali, sia di maggioranza che di opposizione. Insomma, l’iniziativa pubblica del neonato comitato contro il forno crematorio si è fatta sentire ed ha coinvolto chi di dovere.

Quanto alle ragioni del no al crematorio, beh sono facilmente intuibili. Dati alla mano comunque, Fazio, da medico di lunga esperienza, ha fatto un quadro chiaro e preoccupante: sono molte le sostanze che si liberano nell’aria nella combustione di una salma, metalli pesanti e polveri sottili, per le quali per altro non c’è filtro che tenga. Inquinanti anche pericolosi per la salute, che si respirano e ricadono sul terreno, entrando anche nella catena alimentare. Possono forse provocare tumori e patologie di vario genere, ha avvertito Fazio, sia croniche che autoimmuni.

Anche l’altro relatore, un avvocato, come dicevamo, ha sviscerato senza pietà il problema, lui naturalmente sotto il profilo legale e legislativo. Bortolotto ha messo in evidenza innanzitutto le lacune della normativa italiana in proposito. Malgrado l’Europa indichi che questi impianti possono sorgere ad almeno 500 metri di distanza dall’abitato, in Italia regola tutto ancora una legge del 1934 che impone 200 metri di distanza, e poi, come spesso avviene nel Bel Paese, alla legge si può anche derogare su motivata richiesta. Risultato è che si può costruire il crematorio (in modo perfettamente legale) a pochi metri da una scuola materna.

E non è tutto, ci sarebbe anche molto da discutere sui limiti di legge per le sostanze inquinanti che, pur emesse entro la soglia richiesta, rimangono pericolose, come si sa per esperienza. E poi c’è il Project financing, ovvero la costruzione e successiva gestione dell’impianto da parte di una azienda privata. Dovrà fare utili, come tutte le aziende, e penserà soprattutto al profitto, cercando di usare quanto più possibile l’impianto in modo da ottimizzare la produzione. E il conto finale, in termini di qualità della vita, sarà presentato ai cittadini thienesi.

Quanto al sindaco Casarotto, gli va riconosciuto il merito di non essersi sottratto, di essere stato presente all’incontro pubblico e di aver anche accettato il contraddittorio con una platea che certo non era d’accordo con lui, e non è poco di questi tempi. Ha ricordato che il 30% dei thienesi desidera essere cremato dopo la morte e che spesso bisogna aspettare anche settimane per il servizio nel crematorio di Vicenza, l’unico presente nella nostra provincia. Prossima tappa della discussione di questo scabroso tema sarà ora la seduta di luglio del consiglio comunale.

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