Assistenti sociali, lettera al nuovo assessore regionale

“Le auguriamo di trovare, nella consapevolezza di essere punto di riferimento per i veneti, l’energia necessaria per far fronte al difficile compito che le è stato affidato, che è certo complesso, ma che non mancherà di darle molte soddisfazioni”. Così, Monica Quanilli, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali del Veneto, si rivolge a Manuela Lanzarin, nuovo assessore regionale ai servizi sociali, in una lettera in cui manifesta “soddisfazione per la nomina” e auspica di potere “continuare il dialogo iniziato con i suoi predecessori”. Quanilli ricorda anche le critiche sollevate in occasione dell’approvazione del bilancio regionale di previsione, che definisce “volutamente costruttive”.

“Chi, come noi assistenti sociali – aggiunge -, vive ogni giorno, sul campo, con le persone deboli e fragili, cercando di far trovare in loro stesse le risorse per riprendere in mano la loro vita, non può che augurarsi un sostanziale cambio di rotta. Continueremo a farci portavoce dei problemi che ricadono sui più deboli, cercando il confronto con la Regione, con il solo obiettivo di promuovere un nuovo modello di welfare in grado di abbattere gli steccati dell’iniquità sociale, superando l’asimmetria tra servizio sanitario e servizio sociale, entrambi istituzionalmente dedicati alla promozione del benessere delle persone”.
Nella lettera Monica Quanilli presenta anche al nuovo assessore alcune istanze che stanno a cuore agli assistenti sociali veneti, a cominciare da un impegno diretto per “richiamare governo e parlamento alle loro responsabilità, pretendendo una implementazione dei fondi per le politiche sociali e una più equa distribuzione delle risorse, che riconosca, premiando il merito, le capacità del nostro territorio”.
Definisce anche necessario un forte impegno per la ricognizione delle risorse umane nell’area delle politiche sociali, costantemente erose negli ultimi anni, per dedicare abbastanza operatori al sostegno delle persone più fragili e in difficoltà”. Per la presidente dell’Ordine degli assistenti sociali è anche importante “dare un segnale in controtendenza nella distribuzione delle risorse, non permettendo che la quota destinata alle politiche sociali venga costantemente depauperata dalla parte investita nell’area sanitaria, adoperarsi per promuovere l’occupazione e per le politiche abitative, riconoscere infine il valore degli operatori sociali”.