Nutrie, Coldiretti chiede alla Regione di decidere
“I danni determinati dalle nutrie sono evidenti e derivano dalla loro stessa natura di animali roditori ed abituati a vivere in gallerie sotterranee nelle immediate vicinanze dei corsi d’acqua. Coldiretti rispetta e tutela il territorio e la sua fauna, ma di fronte alla proliferazione incontrollata di questi animali, pericolosi non solo per l’agricoltura, ma anche per i danni che determinano all’ambiente, occorre che la Regione assuma una decisione che consenta ai territori di agire in modo coordinato”.

Sono queste le parole con cui anche Coldiretti interviene, con il suo presidente provinciale, Martino Cerantola, sulla questione del proliferare delle nutrie nelle nostre campagne, un problema perr il mondo agricolo che si trascina ormai da qualche anno. Coldiretti sottolinea l’importanza “che i cittadini e le istituzioni si rendano conto dei danni che questi animali provocano, e del pericolo che si corre in occasione delle piene di fiumi, con il rischio sempre più elevato di rottura degli argini”.
“Tanto più che, recentemente – sottolinea il presidente di Coldiretti Vicenza -, il legislatore ha inserito le nutrie tra le specie dannose e da eradicare. Un pericolo dunque non remoto ma divenuto, specie negli ultimi anni, una certezza. Ognuno deve assumersi una parte di responsabilità quando, con un comportamento garantista nei confronti di animali importati tempo fa nel nostro territorio, per finalità meramente economiche, finisce per favorirne la diffusione a danno dell’intera collettività”.
Anche il presidente del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, Silvio Parise, condivide l’analisi di Coldiretti, ed anzi aggiunge che “sopprimere questi animali è l’unica alternativa sensata se vogliamo salvare il nostro territorio e non rendere vano il lavoro di manutenzione che i consorzi di bonifica tentano di portare avanti. Ci rendiamo conto che si tratta di una misura estrema, ma deriva dal fatto che in passato nessuno ha pensato a limitare la diffusione di questo animale che, oltre a provocare danni agli argini, nel medio-lungo termine darà luogo ad un aumento spaventoso della spesa di ricostruzione degli argini, diventati fragili a seguito delle gallerie scavate nel sottosuolo dai roditori”.
Recentemente la Prefettura di Vicenza ha istituito una tavolo di lavoro con i Consorzi di bonifica, il Corpo forestale dello Stato, la Questura, la Ulss e la Provincia per risolvere la questione, anche perché non sono mancate azione individuali, come quelle di alcuni sindaci del territorio, che hanno autorizzato cacciatori o agricoltori ad uccidere le nutrie. “La Regione – conclude infatti Parise – ci dia indicazioni di comportamento chiare ed uniformi per tutte le province venete, così da evitare modalità diverse a seconda dei confini geografici. La soluzione ad oggi più semplice appare l’abbattimento sul posto, ma siamo aperti ad un confronto, purché i tempi siano brevi”.