Paolo Tagliaferro, pittore iperrealista di Lonigo

Un giovane pittore di Lonigo, Paolo Tagliaferro, ha avviato da poco una collaborazione con un’esclusiva galleria olandese nella città di Heerenveen. L’artista, scelto due anni fa come espositore permanente alla Galerie Unique di Torino in seguito alla mostra “Realismo Radicale”, ha uno stile, definito “iperrealista”, che si avvicina alla pittura rinascimentale e fiamminga. Tagliaferro riesce, infatti, a riportare la realtà esattamente come si presenta senza la mediazione di alcun filtro interpretativo.

«I miei modelli pittorici – spiega – sono le nature morte fiamminghe e caravaggesche di cui ho studiato la tecnica artistica. Per realizzare una natura morta è importante la presenza del sole che crea ombre e luci con molti contrasti. Prima di cominciare scelgo accuratamente la frutta, poi penso anche per giorni a idee nuove per preparare una composizione che abbia la giusta luce e la imbandisco su un tavolino accanto a una finestra. Quasi sempre la scelta del lenzuolo che adopero per coprire il tavolino ricade sul bianco perché quando il sole illumina il bianco crea nelle ombre proiettate dagli oggetti effetti tonali di trasparenza che diventano bellissimi poi da dipingere».
La ricerca della luce, meglio se di tipo caravaggesco in cui ci sia metà luce e metà ombra, richiede l’ausilio della fotografia. Solo così si possono conoscere preventivamente tutti i dettagli che verranno poi trasposti su tela con i colori ad olio. Una pittura così precisa e ricca di dettagli richiede tanto lavoro e molta pazienza, Paolo si serve della tecnica delle velature. «Per velature – spiega – s’intendono strati sottilissimi di colore applicati a velo sopra una superficie bianca nella fase iniziale del dipinto. L’arte di velare i colori fu sempre tenuta in considerazione nelle varie epoche e presso i più noti maestri del pennello, tra di essi troviamo Leonardo, Tiziano, Rembrandt, Paolo Veronese, Canaletto, Velasquez e Murillo. È molto importante ricordare che il bianco non si usa mai nelle velature, i colori puri vanno stesi sfruttando il bianco di fondo della tela. Questo perché ogni colore mescolato con il bianco si spegne e la stessa cosa vale con il nero che è un colore che non deve essere usato, bensì deve essere creato da alcuni accostamenti per donare più profondità agli scuri».
La carriera artistica di Paolo Tagliaferro, nato nel 1981, sta decollando: dopo essere stato due volte finalista al premio Arte Mondadori, dopo un meeting internazionale di artisti, in Polonia, e collaborazioni con prestigiose gallerie d’arte di Milano e Berlino, riceve nel 2011 l’invito a partecipare alla Biennale di Venezia. Attualmente l’artista sta tenendo varie esposizioni all’estero e prossimamente, insieme ad artisti russi, verrà invitato a presentare i suoi quadri in un museo di Mosca.
Dopo molti anni passati a dipingere “in solitario”, Tagliaferro ha inoltre capito di aver anche la vocazione per l’insegnamento. «Ho pensato – ci dice – di organizzare dei corsi di pittura in varie città. Ogni giorno ricevo molte richieste e domande da parte di artisti che vorrebbero imparare. Vado spesso a Milano e in Piemonte, ma ho già avuto proposte per insegnare in associazioni a Roma, Firenze, Arezzo e in Sicilia. Grazie ai blog sto conoscendo tante persone che amano l’arte, ma spesso non riesco a seguirle perché devo anche preparare sempre opere nuove per le gallerie che mi propongono collaborazioni».
Camilla Bottin