“Se entrasse in vigore il primo aprile qualcuno penserebbe ad uno scherzo, per come è stato elaborato. Invece il sistema di fatturazione elettronica verso la pubblica amministrazione è realtà a partire già da domani, 31 marzo, e rappresenta un nuovo onere a carico delle imprese. Anche nei provvedimenti che mirano alla semplificazione e all’efficientamento, infatti, lo Stato non perde occasione di evitare storture e appesantire gli adempimenti a carico di un sistema produttivo che, al contrario, andrebbe tutelato e agevolato”.
Inizia così una riflessione di Apindustria Vicenza sulla novità di questi giorni dell’obbligo della fatturazione elettronica verso tutte le pubbliche amministrazioni. Fino ad ora infatti, e da relativamente poco tempo, l’obbligo esisteva solo per chi fatturava a specifiche componenti statali, per lo più centrali come in ministeri. Insomma, le piccole imprese erano poco coinvolte. Adesso invece che si deve fatturare in modo elettronico a qualsiasi ente pubblico, compresi i Comuni, per essere chiari, il coinvolgimento delle aziende è quasi totale. La televisione nazionale ci sta martellando in questi giorni con alti peana che si levano a celebrazione dell’evento, sottolineando come renderà tutto più semplice e contrasterà il fenomeno della corruzione. Stendendo un velo su questo ultimo aspetto, limitiamoci a dire che anche per quanto riguarda la facilitazione le cose non stanno proprio così, basti pensare a quanti piccoli imprenditori, artigiani, del mondo agricolo etc, si troveranno in difficoltà dovendo investire in nuovi software, imparare ad usarli o assumere personale che lo faccia.

“Il grande difetto della nuova norma – commenta infatti Apindustria -, che permette a tutte le pubbliche amministrazioni di ricevere solo fatture elettroniche e registrarle con un semplice upload senza doverle digitare, è l’obbligo per i fornitori di adottare invece un processo di conservazione sostitutiva a norma dei documenti”.
“Si tratta di un procedimento inutile – sottolinea Flavio Lorenzin, presidente di Apindustria Confimi Vicenza – che costringe le imprese a investire nuove risorse, non solo in termini di hardware e software, ma anche umane e organizzative, per conservare elettronicamente le stesse fatture che già la pubblica amministrazione è tenuta ad archiviare. Un doppio adempimento non necessario ai fini del perseguimento degli obiettivi pubblici, ma che ribalta nuovi oneri impropri sulle nostre attività, e non trova alcuna giustificazione razionale”.
Secondo Apindustria dunque per le imprese non è altro che una nuova beffa, con l’eccezione di quelle che producono software e servizi di conservazione sostitutiva in outsourcing. “Un business crescente, quest’ultimo – aggiungono i rappresentanti della piccola e media impresa vicentina -, che sta per beneficiare di un grosso aiuto. Come se non bastasse, lo strumento messo a disposizione gratuitamente delle Pmi da Agenzia per l’Italia digitale e Unioncamere, consente una gestione annua di soli 24 documenti, e non fa alcun calcolo: praticamente un servizio promozionale, anziché un vero aiuto”.
“Di fatto – conclude Lorenzin – saremo costretti ad investire nuove risorse in sistemi informatici prendendoci carico di adempimenti che non dovrebbero spettarci. Come accaduto negli anni passati con la telematizzazione del fisco o delle pratiche rivolte a Camera di commercio, Inps, Inail e Suap. Le imprese impegnano sempre più risorse interne per occuparsi di contabilità pubblica anziché prendersi cura del proprio business”.
condivido in parte il pensiero di Lorenzin; è vero che così come è strutturata la FE è una beffa colossale a solo uso e consumo delle software house e del fisco e decisamente penalizzante per aziende e per i commercialisti/ced (a breve la contabilità delle aziende la elaboreranno infocert, aruba e simili).
D’altra parte si dovrebbe evitare proclami catastrofici e rimboccarsi le maniche, la FE va presa come processo di innovazione. Le piccole medie Aziende attuali sono attualmente molto arretrate dal punto di vista delle procedure di BPM e quindi di fatturazione, e l’obbligo della FE (che sicuramente nel 2016 si estenderà al B2B privato) deve essere subito preso com spunto di riflessione per modificare le proprie strategie aziendali ed essere pronti a smarcarsi dagli attuali fornitori di software proprietario.
Un consorzio di aziende che sviluppi un software FLOSS potrebbe essere la soluzione… io ci sto lavorando…