Rapina, interrogato il benzinaio che ha sparato

La rapina a mano armata avvenuta ieri sera alla gioielleria Zancan, a Ponte di Nanto, costata la vita a uno dei cinque banditi, ha lasciato degli strascichi. Le indagini ora si concentrano sulla cattura dei quattro rapinatori fuggiti a bordo dell’Audi e sulla ricerca dell’identità dell’uomo deceduto, privo di documenti, per trovare qualche collegamento con il resto della banda. Nella tarda serata di ieri il benzinaio Graziano Stacchio, colui che ha dato il via al conflitto a fuoco il fuoco sparando alcuni colpi in aria col suo fucile, è stato portato in caserma, a Vicenza, per essere interrogato. Forse è stato il proiettile sparato da lui ad uccidere uno dei banditi. Sarà l’autopsia a far chiarezza. Oggi gli investigatori riascolteranno il benzinaio alla presenza del pubblico ministero Cristina Gava.
L’uomo al momento non è indagato, ma nelle prossime ore la sua posizione potrebbe cambiare e farsi più seria. Il magistrato ieri ha effettuato un sopralluogo nella zona della sparatoria davanti la gioielleria. I carabinieri hanno evidenziato che i banditi hanno esploso otto colpi contro i tre del benzinaio, e due di loro imbracciavano un kalashnikov. Alla vittima, abbandonata nella Renault Laguna dai complici fuggiti a bordo dell’Audi 8, gli uomini della scientifica hanno rilevato le impronte digitali. Nell’auto sono stati rinvenuti un piccone, una mazza da muratore e alcuni bossoli.
La gioielleria Zancan era stata presa d’assalto dai ladri nel 2013 e, anche in quell’occasione, i banditi erano armati di kalashnokov ed erano fuggiti con un bottino di un milione di euro. I carabinieri, dopo parecchio tempo, li hanno arrestati e alcuni di loro facevano parte della ex Mala del Brenta.